Cronache

Scazzi, depositate motivazioni degli ergastoli a Cosima e Sabrina

Depositate le motivazioni della sentenza d'appello che ha confermato l'ergastolo a Sabrina Misseri e la madre Cosima per il delitto di Sarah Scazzi

Scazzi, depositate motivazioni degli ergastoli a Cosima e Sabrina

Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano restano in cella. Le due sono state condannate all'ergastolo in appello con l'accusa di aver ucciso Sarah Scazzi ad Avetrana (Taranto) il 26 agosto 2010.

Dopo 13 mesi dalla sentenza e a pochi giorni dalla scadenza dei termini di custodia cautelare, sono state infatti depositate le motivazioni della sentenza.

Ora quindi gli avvocati delle due imputate possono affrontare l'ultima impegnativa battaglia: la Corte di Cassazione. Era stato l'avvocato Franco Coppi, difensore di Sabrina Misseri, da sempre assertore della completa innocenza della ragazza a protestare duramente per il ritardo del deposito delle motivazioni di appello ad un anno dalla sentenza. Il ministro di Grazia e Giustizia, Andrea Orlando, ha anche inviato ispettori ministeriali a Taranto per accertare le cause del ritardo nel deposito delle motivazioni. La sentenza di appello si compone di 1277 pagine e 16 paragrafi, di cui 11 dedicati alla ricostruzione del delitto di Avetrana, e sarà ora la base per l'impugnazione in Cassazione. Nei mesi scorsi Sabrina aveva chiesto di poter trascorrere in un convento la detenzione - oggi invece è reclusa insieme alla madre nel carcere di Taranto - ma la richiesta è stata respinta dai giudici.

Come già avvenuto in primo grado, madre e figlia sono accusate di aver ucciso Sarah Scazzi strangolandola e gettandola in un pozzo-cisterna nelle campagne di Avetrana. La sentenza di appello fu preceduta da una camera di consiglio durata più di 80 ore. Per l'omicidio della giovanissima Sarah, i giudici - col dispositivo letto dal presidente della Corte di Appello, Rosa Patrizia Sinisi - hanno ritenuto colpevoli le due donne, zia e nipote della vittima, in carcere dal maggio del 2011, che speravano invece un ribaltamento della sentenza di primo grado (20 aprile 2013) con la quale sono state condannate all'ergastolo per omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere.

Confermati in appello anche gli 8 anni per Michele Misseri (soppressione di cadevere).

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