Le tv trasmettono programmi sconci e volgari? Bene, uccidiamone i proprietari. Parola di magistrato. Anzi, parola del più autorevole dei magistrati sauditi. La fatidica sentenza, anzi la fatwa, visto che il giudice in questione è pure un religioso, porta la firma dello sceicco Saleh al Lihedan, capo del Supremo Consiglio Giudiziario, la più alta corte del regno saudita.
Lindiretta sentenza di morte viene pronunciata durante un programma radiofonico dedicato alle tv arabe via satellite specializzate in film e video musicali. Gran parte di quei programmi messi in onda da Beirut, Londra o Dubai sono considerati abietti dai musulmani integralisti. In Arabia Saudita la questione è un dilemma di Stato. Mentre la religione di corte, ispirata dal clero wahhabita, è schierata su posizioni ultra conservatrici e le emittenti sono quasi tutte di proprietà di principi della casa regnate o di ricchi uomini daffari. Ma Saleh al Lihedan non transige. Per lo «sceicco magistrato» quelle tv sono la principale causa della devianza di migliaia di persone. E non appena gli chiedono una soluzione ecco pronta la fatwa. «I proprietari di canali che trasmettono programmi così indecenti devono conoscere le conseguenze dei loro comportamenti, devono sapere spiega Al Lihedan - che è assolutamente possibile e lecito uccidere chiunque promuova il pensiero corrotto. Lo stesso vale per chi pur potendo prevenire simili oscenità non lo fa».
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