La scelta di Arezzo: per i sussidi precedenza agli italiani

Dal Comune aiuti ai disoccupati solo se residenti da cinque anni e se sono davvero in cerca di occupazione. Agli extracomunitari disoccupati da due anni sarà consigliato il rientro nei Paesi di origine

La scelta di Arezzo: per i sussidi precedenza agli italiani

«Ci sono persone nate e cresciute in questa città, persone che in tempi migliori hanno contribuito allo sviluppo di Arezzo, persone i cui genitori e nonni da sempre pagano e hanno pagato tasse e imposte, persone che hanno - nel tempo - contribuito a fare di Arezzo ciò che è: bene, noi per queste persone dobbiamo avere maggior attenzione e, nel poco, è necessario che siano i primi ad avere un sostegno. Questa è la realtà dei fatti e ne dobbiamo tener conto».

La nuova amministrazione comunale di centrodestra di Arezzo - di fronte ai ritardi nell'erogazione dei fondi da parte della Regione Toscana ai Comuni, circa 700mila euro - compie una scelta apparentemente scontata, ma «eretica» nell'Italia di oggi: precedenza agli italiani nell'assegnazione dei sussidi. La linea è chiara: di fronte alla carenza di risorse nessun sostegno a extracomunitari disoccupati da più di due anni e invito a rientrare nel Paese di origine. Aiuti agli italiani, e non solo, se si è residenti stabilmente ad Arezzo da cinque anni dimostrando tuttavia che si è in cerca di un'occupazione al momento in cui si chiede aiuto.

«Queste le priorità per l'erogazione dei sostegni diretti e temporanei che il mio assessorato distribuisce quotidianamente» comunica l'assessore alle Politiche Sociali di Forza Italia, Lucia Tanti. «Tra i punti fermi ci sono: la residenza stabile da almeno cinque anni per accedere a qualsiasi tipo di sussidio; la residenza da almeno 10 anni per accedere al secondo intervento di sostegno; la dimostrazione che si è in cerca di occupazione al momento della richiesta di aiuto; un tetto massimo di 4 interventi di sostegno annui. A chi, non aretino, ma extracomunitario, è disoccupato da più di due anni non saranno erogati sostegni, ma sarà consigliata la possibilità di tornare a vivere nel Paese di origine, anche sostenendolo direttamente nelle procedure burocratiche per il rientro. La politica in momenti difficili è chiamata a scegliere le priorità e queste sono le mie».

Ad Arezzo nel giugno scorso il centrodestra conseguì al ballottaggio una sconfitta molto dolorosa da digerire per il centrosinistra, nella città del ministro Maria Elena Boschi, molto presente in campagna elettorale per sostenere il candidato renziano

Matteo Bracciali. Gli elettori scelsero, invece, Alessandro Ghinelli, ingegnere e professore all'Università di Firenze, nonostante i poteri forti della città fossero tutti compattamente schierati con il candidato renziano.

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