Scendono i prezzi sotto l’albero e i lombardi riprendono a spendere

Con il Natale e l’anno nuovo in vista, i lombardi si sentono più ottimisti e più disposti a mettere mano al portafoglio senza troppe smorfie di dolore. Un lombardo su quattro quest’anno dichiara che non farà tagli sulle spese e non cambierà le proprie abitudini ovvero tavole imbandite per le feste, regali e qualche lusso extra. In particolare, secondo l’indagine della Camera di Commercio, Industria, Artigianato Agricoltura di Monza e Brianza milanesi, monzesi e varesotti sono i meno disposti a rinunciare ai consumi, complice anche l’abbassamento dei prezzi dei prodotti di alimentari dell’un per cento nell’ultimo anno, che ha regalato ai portafogli dei lombardi 20 euro in più. Certo per fare la spesa sarebbe meglio andare nei negozi monzesi, dove riempire un carrello costa il 2,2 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2008, con un guadagno di 45 euro. Ma il record del basso costo lo detiene la piccola provincia di Lodi, che registra addirittura un meno 9 per cento rispetto alla media regionale. Alternativa al risparmio in casa, ovvero senza cambiare provincia? I milanesi prediligono i mercati rionali, che hanno registrato un aumento del 5% della clientela, mentre gli affezionati dei supermercati scelgono sempre più l’acquisto di prodotti in promozione (+15%).
Diverso l’umore tra bergamaschi e bresciani, più pessimisti dei cugini lombardi rispetto al Natale passato. Nel caso di «risparmio forzato», i nostri concittadini hanno le idee molto chiare: 6 famiglie su 10 scelgono di dare un taglio allo shopping di abbigliamento ed accessori - percentuale che sale a Brescia con 7 famiglie su 10 e si attesta a 7 su 10 a Bergamo, e di ridurre le spese per il tempo libero. Al primo posto le cene «fuori» che saranno tagliate, nelle intenzioni, del 50% contro il 90% di luglio, seguono le vacanze e i viaggi con un 40%, le uscite serali nei locali, tagliate del circa 16%, lusso cui rinunciava di meno del 10% dei cittadini in luglio. Infine taglio del 13% per gli spettacoli, contro il 50% di luglio.
E se i lombardi sono disposti a rinunciare a gran parte delle spese per il loro tempo libero, non considerano nemmeno l’ipotesi di tagliare le spese per la cura del corpo e il benessere: a Milano, per esempio, solo una famiglia su cento è disposta a rinunciare al wellness, così come a Bergamo dove solo uno su 100 rinuncia alla palestra.


Costretti a fare stringere la cinghia sì, ma ricorrere ai debiti no: solo 3 famiglie su 10, infatti, fanno ricorso all’indebitamento, mentre ancora più bassa è la percentuale di chi ha più di un finanziamento a proprio carico (5%): in particolare 6 famiglie su 10 ricorrono a mutui per comprare la casa (60% dei milanesi), mentre le restanti 4 su 10 comprare l’auto a rate (44% dei milanesi). In particolare il 65% dei milanesi dichiara di non avere in corso pagamenti rateali, mentre il 30% dichiara di averne uno.

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