Roma Salvato dai voti segreti del Pd, che in teoria voleva l’arresto, e da quelli palesi del Pdl, che ora vorrebbe che si dimettesse. Mentre alla Camera i deputati democratici affossavano Alfonso Papa, i loro colleghi del Senato davano il loro contributo alla salvezza dagli arresti domiciliari di Alberto Tedesco, ex democratico, approdato al misto dopo essere finito nell’indagine sulla corruzione della sanità pugliese, per fatti che risalgono ad anni in cui era assessore della giunta Vendola.
A sostenerlo ieri era tutto il centrodestra, a partire da Lucio Malan, segretario di presidenza del Senato ed esponente Pdl. «I numeri della votazione dicono che 34 senatori dell’opposizione hanno votato contro l’arresto di Alberto Tedesco». Esattamente quanti ne servivano visto che i sì sono stati 127, i no 151, le astensioni 11.
La provenienza dei voti contrari all’arresto è stato l’argomento del giorno a Palazzo Madama e nell’aula, generalmente tranquilla e paludata, si è arrivato allo scontro fisco tra senatori. La tesi del centrosinistra è che è stata la Lega Nord a votare compatta contro l’arresto. Malan ha spiegato che «i numeri» smentiscono questa tesi. «I senatori padani presenti erano solo 23». Diversa la tesi del Pd. Per il constituzionalista democratico Stefano Ceccanti «al massimo i nostri che hanno votato contro l’arresto saranno stati cinque. La Lega al Senato è blindata e molto berlusconiana, non come alla Camera».
Tra quelli che hanno dichiarato il voto a favore dell’arresto c’è lo stesso Tedesco. Ha fatto quello che il suo ex partito di appartenenza gli ha chiesto. E il Pd ha ricambiato, se non con qualche voto a sostegno dello stop ai giudici, con la mano morbida sulla richiesta di dimissioni. A chiederlo ieri erano tutti i senatori del centrodestra. Ma l’ex democratico pugliese ha spiegato di non volerlo fare perché «Con le dimissioni avrei dato ragione alle tesi dei Pm che dicono che la mia posizione è potenzialmente criminogena».
Il Pd non ha sottoscritto la tesi, ma le conclusioni sì. E dal segretario Pier Luigi Bersani è di fatto arrivata la benedizione sulla permanenza al senato dell’assessore di Vendola: «Tedesco rifletterà nelle prossime ore. ma vorrei sottolineare che il suo intervento al Senato per il sì all’arresto è stato buono».
La canossa di Tedesco era iniziata in mattinana, con un’intervista al Fatto Al giornale di Padellaro ha detto di non aver commesso «alcun reato» e ha spiegato di essere diverso dall’altro parlamentare del quale si ieri si doveva decidere l’autorizzazione. «La mia situazione non è paragonabile a quella di Papa. Ma siccome il clima politico è todos caballeros, se la Camera si esprimesse contro l’arresto di Papa e a favore del fumus persecutionis si parlerebbe di scambio. Però i fatti sono totalmente diversi».
Persino da Italia dei valori sono arrivate parole di apprezzamento, perché il senatore non ha evocato la tesi del fumus persecuzionis, della quale è peraltro convinto. Ma il fronte a favore delle dimissioni c’è ed è consistente. Ieri il democratico Beppe Fiorini, nel Transatlantico di Montecitorio si scandalizzava perché era stata votata l’autorizzazione per Papa mentre al Senato «salviamo la ditta. Dobbiamo convincerlo a dimettersi subito».
Il leader di Italia dei Valori Antonio Di Pietro ha invitato il senatore eletto nel Pd a dimettersi da palazzo Madama e consentire l’arresto richiesto dalla magistratura barese, dopo il no del Senato all’autorizzazione grazie ai voti del centrodestra.
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