Schermaglie d’amore in una Sicilia da sogno

Laura Novelli

Schermaglie d’amore, peripezie verbali, equivoci rocamboleschi, fiumi di parole ingannatrici, trame e sottotrame tenute insieme da fin troppo contorte promesse di matrimonio. E in sottofondo, la Sicilia, la sensualità di una terra mediterranea che nella geniale fantasia di Shakespeare non potrebbe che tramutarsi in energia teatrale, disarmante tensione di sentimenti volta a scandagliare l’animo di uomini e donne in preda al loro bizzarro destino. I personaggi di Molto rumore per nulla, celebre commedia dell’autore inglese più volte rappresentata sulle nostre scene (ricordiamo almeno l’allestimento di Squarzina del ’57 con Enrico Maria Salerno e Valeria Valeri e quello di Missiroli del ’72 con Annamaria Guarnieri e Carlo Montagna, oltre al celebre film di Kenneth Branagh con Emma Thompson), giocano la loro partita tutta sul registro del dialogo, come si trattasse di un divertente esercizio di retorica teso al suo necessario lieto fine. Anche la nuova messinscena firmata da Loredana Scaramella e attesa al Silvano Toti Globe Theatre di Villa Borghese per venerdì sera (repliche fino al 17 settembre) sembra sottolineare con enfasi il ruolo che in questa giostra di amori «affermati e negati» svolgono le parole. «Il titolo racchiude tutti i sensi della favola - spiega la regista - e li nasconde proprio in quel nulla apparentemente inoffensivo. Nothing allude alle illusioni che governano gli animi preda della passioni, come il giovane Claudio, o i cervelli troppo attivi votati a desideri eccessivi, come il maledetto Don Juan. Ma suona anche parente di noting, e proprio l’azione di osservare e spiare mette in moto il sistema di equivoci che porta avanti la storia». Storia che prende avvio alla corte del governatore di Messina allorquando qui giungono il principe di Aragona, don Pedro, e il suo seguito di cavalieri reduci da una guerra. Uno di questi, Claudio, si innamora perdutamente di Hero, la dolce figlia del reggente siciliano che lo ricambia con slancio e decide persino di sposarlo; un altro degli aragonesi, Benedetto, stringe invece amicizia con una giovane cortigiana di nome Beatrice che si dichiara disinteressata a qualsiasi rapporto d’amore e del tutto refrattaria ai sentimenti. Tra i due è un continuo duello verbale condotto a furia di scherzi, battute argute, metafore, provocazioni.
Adeguato preambolo a quella serie di burle e intrighi che peserà notevolmente sui progetti e i propositi di tutti (le nozze tra Hero e Claudio saranno compromesse dalla notizia di un presunto tradimento compiuto dalla donna, in realtà innocente; Benedetto e Beatrice cadranno vittime di uno scherzo che li porterà a credere di essere innamorati l’uno dell’altra), sino allo scioglimento finale che sistemerà ogni cosa e vincerà addirittura le rapaci furie della morte (con evidenti richiami a Romeo e Giulietta e a Alcesti di Euripide). D’altronde è pur vero che, come dice sempre la regista, «le parole sono armi pacifiche; possono anche risanare il danno che hanno provocato e trasformarsi in strumento di giustizia. Usate per difendersi dalle emozioni dell’amore, diventano il mezzo per esprimerlo, dargli forma e renderlo reale».

In questa edizione estiva prodotta dal Politeama Brancaccio recitano, tra gli altri, Francesco Borchi (Claudio), Massimiliano Giovanetti (Borraccio), Federico Ceci (Don Pedro), Maurizio Marchetti (Leonato), Alba Rohrwacher (Hero), Mauro Santopietro (Benedetto) e la stessa Scaramella (Beatrice).
Spettacolo alle ore 21. Informazioni allo 06/82059127 oppure nel sito www.globetheatreroma.com.

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