Schifani: "Conta la Bce, non le banche locali"

Schifani non cita il nome di Draghi ma il messaggio è chiaro: "Ormai le banche locali contano poco. Conta la Bce e le tante politiche nazionali devono confrontarsi con Bruxelles". Poi bacchetta l'Unione europea: "Stenta a dare stabilità all'euro". Il Tesoro: "Buon andamento delle entrate fiscali"

Schifani: "Conta la Bce, non le banche locali"

Roma - Il presidente del Senato, Renato Schifani, non cita mai il nome di Mario Draghi, ma il messaggio è chiaro. "Ormai - dice Schifani a braccio nel suo intervento alla presentazione di un libro Photoansa sul Mediterraneo - le banche locali contano poco. Conta la Bce e le tante politiche nazionali devono confrontarsi con Bruxelles".

La stabilità dell'euro Il presidente del Senato non ha taciuto le colpe di Bruxelles nei recenti tracolli sul mercati finanziari. "L'Unione europea - ha puntualizzato schifani - ha fatto passi in avanti, ma stenta ad avere una propria Costituzione". Poi il numero uno di Palazzo Madama ha spiegato: "Bruxelles stenta ad avere una propria politica economica europea condivisa e stenta ancora a dare all’euro una sua stabilità".

Sistema italiano forte Il Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria si è riunito per un aggiornamento sulla situazione dei mercati finanziari. Il ministero dell’Economia in una nota sottolinea che ’in un contesto di accresciuta volatilità sui mercati globali, in particolare quelli dell’area euro, si è confermata la solidità intrinseca del sistema bancario e finanziario italiano e la sua capacità di fronteggiare situazioni di tensionè. La riunione è stata presieduta dal ministro Tremonti.

Le entrate fiscali Il Tesoro ha poi fatto sapere che il fabbisogno è migliorato grazie al buon andamento delle entrate fiscali. "Dal lato delle entrate - spiega in una nota il ministero dell’Economia - il fabbisogno del settore statale del mese di novembre 2010 registra il buon andamento complessivo delle entrate fiscali e compensa il venir meno del versamento del contributo di solidarietà versato nel 2009 da parte dell’Unione europea per riparare i danni causati dal terremoto d’Abruzzo.

Dal lato delle spese, il maggior impatto dei flussi finanziari netti con l’Unione europea e della spesa dell’amministrazione statale è compensato, in parte, da una contenuta dinamica dei prelievi delle Amministrazioni locali dai conti della tesoreria statale".

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