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Schifani: "Laicità non è omissione di responsabilità"

Il presidente del Senato lancia una nuova stagione di riforme prendendo la palla al balzo lanciata, in mattinata, da Fini. Ma avverte: "Sì allo Stato laico, ma la laicità non sia omissione di responsabilità". Poi, all'Udc: "Auspico un ritorno, ma niente fibrillazioni"

Schifani: "Laicità non è omissione di responsabilità"

Roma - "Serve una riforma della seconda parte della Costituzione". Davanti al congresso del Pdl il presidente del Senato, Renato Schifani, lancia una nuova stagione di riforme prendendo la palla al balzo lanciata, in mattinata, da Fini. Ma avverte: "Sì allo Stato laico, ma la laicità non è omissione di responsabilità". Poi invita l'Udc di Casini a rientrare nel centrodestra: "Auspico un partito al 51%".

Il ringraziamento a Berlusconi "Qualcuno ha ritenuto che fosse giunto per me il momento di ricoprire il ruolo di garanzia e ne sono stato onorato. Un pensiero che era lungi da me, assumere una carica di terzietà dopo sette anni da uomo di parte". Renato Schifani esordisce dicendo che "oggi è il giorno di emozioni che non possono essere represse" ed il presidente del Senato avvia il suo discorso al congresso Pdl dicendo: "È bello sentirsi a casa". Rievocate le tappe salenti della traversata del deserto, di quel governo di centrosinistra che "abbiamo battuto sistematicamente al Senato con il metodo dell’opposizione politica", di quando "un alleato ci fece cadere, nel primo governo Berlusconi", Schifani precisa che "quel qualcuno che ha deciso il mio ruolo è stato Silvio Berlusconi ed è a lui che devo profonda gratitudine. Spero di non deluderlo e di dimostrare al partito e alla coalizione che mi ha votato che un uomo di parte può essere ed è un uomo di garanzia". Schifani ha ringraziato il Sud Italia, grazie al quale "il Popolo della Libertà ha un’ampia maggioranza al Senato". "Il Mezzogiorno ha alzato la testa nonostante si trascini ancora dietro il clientelismo della prima Repubblica - ha affermato - si riallacci il dialogo tra quella parte del Nord che vede nel Sud una vergogna da nascondere. Senza il meridione il Paese non decolla".

Il nodo delle riforme "Serve una riforma della seconda parte della Costituzione", ha detto il presidente del Senato precisando di "non essere innamorato solo della riforma dei regolamenti parlamentari". "Ma l’opposizione dica chiaramente se vuole contribuire e poi" parlando delle altre riforme necessarie Schifani ha citato "la riduzione del numero dei parlamentari, il monocameralismo, più poteri al premier, semplificare il sistema e il costo delle istituzioni, abolire le province inutili". Per Schifani, servono anche una "riforma dei servizi pubblici locali, privatizzandone alcuni per renderli più efficienti, snellire la burocrazia inutile. Noi - ha detto rivolto alla platea - dobbiamo avere il coraggio di fare queste riforme per vincere la sfida che oggi lanciamo". "La modernizzazione deve passare attraverso la riforma della seconda parte della Costituzione - ha affermato Schifani - se si vuole si può, d’accordo con l’opposizione, che deve dire chiaramente se intende contribuire a questo processo di modernizzazione interna del Parlamento". La seconda carica dello Stato ha enumerato le riforme necessarie al Paese: la riduzione del numero dei parlamentari, un monocameralismo ed un Senato delle Regioni, più poteri al premier e poi il grande coraggio.

Stato laico e responsabilità "La laicità dello Stato non si trasformi mai in omissione di responsabilità. Abbiamo colmato un vuoto normativo", ha detto il presidente del Senato in riferimento al testamento biologico, sottolineando che di fronte a una questione etica come questa "abbiamo lasciato libertà di coscienza". "La maggioranza del Senato - ha detto Schifani - arricchendosi anche di alcuni voti della sinistra, ha ritenuto che l’idratazione e l’alimentazione non costituiscono accanimento terapeutico. Questo è il nostro pensiero, questa la nostra scelta. Abbiamo colmato un vuoto normativo e legislativo, ma siamo intervenuti e abbiamo legiferato lasciando, credo, libertà di coscienza".

Appello all'Udc "Il nostro progetto parte da piazza San Giovanni, c’eravamo tutti tranne l’Udc che contemporaneamente faceva la sua festa a Palermo. Ci dispiace perchè dal 2001 al 2006 abbiamo condiviso valori ed una storia comune. Quando uno la pensa allo stesso modo sulla famiglia e sulla politica estera non si può che tornare insieme. Questo è il mio auspico così da poter arrivare al 51% con un grande partito dei moderati". Schifani ha, tuttavia, ricordato anche la legislatura del precedente governo Berlusconiu, quando l’Udc sottoposte l’esecutivo a "tante fibrillazioni" e costrinse anche alle dimissioni di Berlusconi nel 2005 "senza che ce ne fosse motivo". Allora, dice Schifani, "chi si domanda perchè l’Udc non è andrato nel Pdl deve ritornare a quella legislatura" fatta di troppi momenti di tensione.

Riforma della giustizia e intercettazioni "Oltre al sistema politico, occorre una modernizzazione del Paese". Ecco perché il presidente del Senato ha invitato il Parlamento a intrervenire perché vi siano "tempi più rapidi per i processi civili" e "non ci sia una violazione delle conversazioni private", riformando perciò la disciplina delle intercettazioni.

Un pensiero ai cristiani nel mondo Sì all’integrazione degli immigrati in Italia, "ha detto bene stamattina il presidente Fini". Ma "con la stessa forza", dice al congresso  Schifani, "in Italia e a livello internazionale ci si deve battere perchè chi è portatore dei valori cristiani nel mondo non sia non venga discriminato e addirittura trucidato come invece avviene". Il presidente di Palazzo Madama insiste sul "principio di reciprocità" che deve presiedere ai rapporti internazionali e servire per tutelare i cristiani ovunque nel mondo.

Il valore del Pdl "Nasce il più grande partito moderato d’Europa. È una sfida cruciale nell’interesse del Paese, insieme possiamo vincerla. Solo la storia ci dirà, ma noi faremo di tutto per essere dalla parte della ragione". Schifani ha concluso così il suo discorso davanti al congresso del Pdl. "È bello sentirsi a casa", ha spiegato il numero uno di Palazzo Madama confessando la sua "emozione nel partecipare a una giornata storica che si vive grazie a Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini". Schifani ripercorre le vicende che hanno portato alla nascita del nuovo partito del centrodestra, fino alla vittoria elettorale del 2008 e alla sua elezioni a presidente del Senato.

"Sono passato da uomo di parte ad essere uomo di garanzia per questa opportunità devo profonda gratitudine a Silvio Berlusconi, spero di non deluderlo".

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