Schifani, no al voto anticipato: "E' un trauma L'Italia abbia fiducia nelle sue risorse e capacità"

Il presidente del Senato: "Mi auguro che questa legislatura prosegua fino al suo termine naturale: ogni interruzione anticipata è un trauma per gli elettori e per le istituzioni". Poi sulle riforme: "Mi auguro ampie convergenze". E sul Terzo Polo: "Da presidente del Senato, non posso che essere felice se in parlamento si realizzano momenti di confronto e di sintesi"

Schifani, no al voto anticipato: "E' un trauma 
L'Italia abbia fiducia nelle sue risorse e capacità"

Roma - "Mi auguro che questa legislatura prosegua fino al suo termine naturale: ogni interruzione anticipata è un trauma per gli elettori e per le istituzioni", il il presidente del Senato Renato Schifani, a margine di una visita all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, torna a ribadire la sua opposizione al voto anticipato. Per Schifani, dunque, lo scioglimento anticipato delle Camere "non è un bene, deve essere l'extrema ratio. Ma su questo, ovviamente, l'ultima parola tocca al capo dello Stato". Più le riforme sono condivise e più credibili ed efficaci per migliorare l'efficienza del nostro paese", ha aggiunto e riferendosi alla riforma della giustizia annunciata dal governo, osserva: "Mi auguro che anche su questo tema così come su tutti gli altri si realizzino ampie convergenze".

"Il parlamento è il luogo della rappresentanza degli italiani. Mi auguro che da gennaio il Senato e la Camera diventino luogo di confronto e non di scontro". Ai cronisti che gli chiedono di commentare la nascita del Terzo Polo, Schifani risponde: "Il Parlamento è luogo di incontro e di confronto tra tutte le forze politiche. Da presidente del Senato, non posso che essere felice se in parlamento si realizzano momenti di confronto e di sintesi tra le forze parlamentari".

"Agli italiani manca una maggiore fiducia in sé stessi, nelle proprie capacità. Abbiamo un ottimo sistema produttivo e dobbiamo crederci". "Abbiamo una economica - spiega il presidente del Senato - che non dico stenti ma ha certamente subito una frenata dalla crisi internazionale. Ma è doveroso avere fiducia nelle risorse, nelle capacità e negli uomini che guidano il nostro Paese. Abbiamo dimostrano durante i periodi più bui della crisi economica di avere un sistema bancario ed economico che ha retto alla speculazione internazionale.

Io sono fiducioso, e spero che con il Natale arrivi una politica dai toni bassi e di reciproco ascolto e comprensione. Ci conto moltissimo - conclude - perché gli italiani vogliono essere governati e vogliono stabilità e serenità ". 

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