È «stupito, amareggiato e smarrito», proprio come gli elettori del Pdl. Il presidente del Senato Renato Schifani non sta vivendo con serenità il momento del Popolo della libertà, e ieri a Palazzo Giustiniani, durante la cerimonia del Ventaglio, ha spiegato la sua preoccupazione: «Lo scontro politico è il sale della democrazia - ha detto riferendosi agli ultimi botta e risposta tra Berlusconi e Fini -, ma quello istituzionale è pericoloso». Ecco dunque il rischio: che lo scontro «personale» e «anomalo» perché «politico più cheistituzionale» tra i due cofondatori del Pdl degeneri nello scontro tra presidente del Consiglio e presidente della Camera. La ricetta, dunque, può essere solo una: «Abbassare i toni». Consiglio non del tutto recepito dal Pdl, che in serata si è riunito proprio per censurare politicamente il comportamento di Fini e dei suoi fedelissimi. Certo, è una situazione complessa, perché «senza precedenti nella storia del nostro Paese», spiega Schifani: «La terza carica dello Stato rivendica il ruolo di cofondatore del Pdl per mettersi dinamicamente nel contraddittorio con il premier». Un incrocio pericoloso che - di sicuro - genera disorientamento nell’elettorato: «La dialettica e la conflittualità, quando è vista nella logica della contrapposizione di due coalizioni è fisiologica ed è normale.
Quando la dialettica e la conflittualità, a volte accesa, forse troppo accesa si pone all’interno di una stessa coalizione costituisce elementi di stupore, di amarezza e di smarrimento da parte di quei cittadini che hanno votato per quella coalizione»Schifani: "Scontro anomalo, stupore e smarrimento fra gli elettori"
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