Schumi, manager-balia di Kimi e Massa

Suggerì Raikkonen, tratta Massa come un figlio. E ora parla sempre in italiano: gli servirà nel nuovo ruolo

Benny Casadei Lucchi

nostro inviato a Monza

Se dire «lascio la F1 per Corinna e i miei figli» è una piccola bugìa, visto che Michael Schumacher lascia soprattutto per amore della Ferrari, dire «ho deciso di ritirarmi a Indianapolis» è solo una piccola inesattezza. Michael Schumacher ha programmato il futuro tra Montreal e Indy, in quei quattro giorni a scorrazzare per il far west moderno in sella alla sua Harley con moglie e amici. Per la verità, ci sarebbe ancora una terza, chiamiamola, svista: quando dice «il mio ruolo futuro a Maranello non lo conosco ancora... definiremo tutto entro fine anno». Macché, molto è già stato stabilito.
Proprio nei giorni del Gp del Canada, infatti, quando il piano rimonta era stato appena varato ma in pochi speravano in un suo successo, nelle segrete stanze maranelliane si è finalmente dipanato il futuro loro e dell’enorme tedesco. Futuro svelato dal Giornale lunedì 26 giugno, titolo: «Il kaiser dal volante alla scrivania: il tedesco pronto a fare un passo indietro, in pista Raikkonen e Massa».
Il passo indietro annunciato e ufficializzato ieri dal campione e dal presidente tifoso, Luca di Montezemolo, era stato faticosamente allestito per far fronte a una potenziale abbondanza di piloti giovani. D’inverno, infatti, e per tutta la seconda metà del 2005, quando Valentino Rossi provava e riprovava, quando Schumi lo lodava e Raikkonen se ne stava in Finlandia con il precontratto Ferrari già in tasca, il problema vero era stato uno e uno soltanto: dove mettere tutti questi piloti nel 2007? Perché Massa stava già dimostrando tutto il proprio potenziale, perché Rossi, anche se ancora apprendista, era una bomba mediatica ed economica da non lasciarsi sfuggire. Per questo si decise di dare al campione delle moto il tempo d’imparare, e chi meglio di uno Schumi manager, consulente, magari a tempo perso consigliere privilegiato, avrebbe potuto seguire l’avventura di Valentino accanto a Raikkonen? Non solo: un passo indietro per fare, fra i diversi incarichi, anche da chioccia a una nuova generazione di piloti, sarebbe stato un ruolo gradito da Schumi. Nella fattispecie, Massa avrebbe però dovuto accontentarsi di un team meno blasonato, ma con la certezza, visto il legame con Todt, di poter tornare in Ferrari. Poi Valentino ha cambiato idea e tutto si è semplificato, rendendo il piano ancor più valido: passo indietro di Schumi, sempre nelle preziose vesti di super consulente, consigliere, manager o uomo immagine, con Raikkonen e Massa in pista. E così è stato.
Ora non va sottovalutata la variabile Ross Brawn: voglioso di un anno sabbatico, voglioso di crescere ancora in Ferrari e corteggiato dalla McLaren. L’omone inglese, dt della Rossa, potrebbe lasciare a fine stagione, per cui ci sarebbero alcuni aggiustamenti da fare all’interno della squadra corse, «nomi nuovi, sempre nel segno della stabilità dinamica» ha detto Montezemolo a Monza.

La cosa dovrebbe riguardare anche Schumi, chiamato a controllare Massa, di cui ha parlato come neppure del fratello Ralf aveva mai fatto, e a studiare monsieur Jean Todt, suo amico fraterno, pronto ad averlo al suo fianco. Sarà un caso, ma Schumi più si avvicina al ritiro e più parla italiano. Sa che gli servirà.

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