Schumi rinunci alla lingua (lunga)

Nessuno si è mai sognato, andando contro l’evidenza, di criticare Schumacher, pilota straordinario capace di imprese memorabili, e non sarò io a farlo per primo. Con la Ferrari ha vinto e incantato per anni e, quando decise di smettere, gli appassionati di automobilismo capirono che un’epoca si chiudeva. In realtà il Cavallino ha tenuto per un po’, poi, anche per una serie di coincidenze, le cose sono andate maluccio.
L’incidente a Massa (costretto alla temporanea inattività) riaprì i giochi e Schumi si dichiarò pronto a tornare. Personalmente contavo su di lui per quanto avessi qualche dubbio relativo all’età: al volante la giovinezza ha una certa importanza. In ogni caso, puntavo sulla classe del campione. Sappiamo come sono andate le cose. La Ferrari non era disposta a sganciare i troppi quattrini, e Schumi si rimise in disparte. O almeno così avevo creduto. Invece, trascorrono alcune settimane e il nome dell’ex «numero uno» torna a campeggiare sulle pagine dei giornali: la Mercedes gli aveva fatto un’offerta di quelle, come diceva il Padrino, che non si possono rifiutare.
Vabbè, pensai. Gli uomini resistono a tutto tranne che alle tentazioni, specialmente economiche. E il Nostro, dopo lunga e penosa trattativa, incurante dei rischi cui andrà incontro, ha firmato un sontuoso contratto, facendo storcere il naso ai lavoratori della Mercedes, dagli impiegati agli alti dirigenti. Ma questa è storia nota. Sconosciuta invece era la mancanza di tatto del pluricampione del mondo, il quale ha rilasciato una intervista alla Stampa in cui afferma: «Finalmente parlo in tedesco». Si riferisce al fatto che nell’automobilismo la lingua ufficiale è l’inglese, e la lingua più diffusa alla Ferrari è l’italiano, quindi lui per la durata della sua carriera è stato costretto a rinunciare al proprio «lessico famigliare». Capirai che rinuncia.


Se la vogliamo dire tutta, quando mai Schumi ha sostenuto una conversazione in italiano? Bravissimo con le monoposto, non è mai riuscito neppure a bestemmiare nell’idioma di Dante. Non lo ha mai imparato. Ed è per questo che gli assegniamo il Bamba della settimana: siamo sicuri non si offenderà perché, italianamente parlando alla milanese, è davvero un grande Bamba.

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