Schweinsteiger consola Klinsmann

Il centrocampista del Bayern segna una doppietta e provoca un’autorete. I padroni di casa chiudono al terzo posto. Il Portogallo trova il gol troppo tardi

Medaglia di bronzo, quella dell’impossibile consolazione, per i tedeschi al termine di una partita con il Portogallo che era partita bene, poi si era addormentata per riaccendersi nella seconda parte della ripresa grazie a chi pochi si aspettavano, a uno Schweinsteiger che alla vigilia non era dato in formazione e che Klinsmann ha invece schierato al posto di Hitzlsperger, mossa alla lunga azzeccata. Dopo un primo tempo che ha rischiato verso il riposo di addormentare, nella ripresa Schweinsteiger ha scaricato tre missili a mezz’aria che hanno letteralmente fulminato Ricardo. Il primo ha avuto nel finale una percorso un attimo strano, sul secondo è intervenuto Petit a correggerlo in rete e sul terzo traccia netta e precisa. Il gol del 3-1 di Nuno Gomes quando le sorti erano già decise.
Germania e Portogallo hanno così dato vita, ieri sera a Stoccarda, alla partita che i tedeschi più dei portoghesi non volevano assolutamente giocare, la finale per il terzo posto che per i lusitani rappresenta il piazzamento migliore mai raggiunto a un mondiale dal 1966 in Inghilterra e per i padroni di casa un brodino che consola poco, se non per nulla, chi da anni sperava di giocare stasera a Berlino.
Per l’occasione Scolari ha dovuto rinunciare, e si sapeva, al difensore Miguel, infortunato, e a Ricardo Carvalho, squalificato. Alla lettura delle formazioni la sorpresa: Figo in panchina, recordman di presenze con la nazionale, 126, un simbolo per il calcio del suo Paese, ma che il ct portoghese considera alla stregua di tutti gli altri. Stanco perché a 33 anni non si possono avere i serbatoi pieni come a venti, l’interista ha iniziato da spettatore non pagante quella che al al 31’ st diventerà la sua ultima partita con la maglia del Portogallo.
L’ultima lo è stata anche per Oliver Kahn, 37 anni e 86 presenze a difesa della porta della Germania, un mito per i tedeschi, però scartato a inizio di coppa da Klinsmann che gli ha preferito Lehmann tra tante critiche a decisione appena presa e tanti applausi nel corso del campionato. A eliminazione consumata da parte dell’Italia, il ct ha pensato bene di offrire al vecchio guerriero una passerella come premio non tanto per quanto di buono fatto durante la carriera, quanto per non avere seminato zizzania nello spogliatoio e avere incitato chi lo aveva sopravanzato durante i rigori con l’Argentina nei quarti. E, restando sempre in casa tedesca, le assenze degli infortunati Ballack, Friedrich e Mertesacker, più la rinuncia prima del fischio d’inizio a Huth al centro della difesa. Dentro Novotny a fare coppia difensiva con Metzelder. A centrocampo Frings, il grande assente per squalifica in extremis nella semifinale persa con gli azzurri.


E in generale uno sbadiglio continuo, in una partita presa con allegria dal pubblico e ben poco agonisticamente dai giocatori, a iniziare da Klose che alla vigilia Klinsmann aveva lanciato alla conquista del titolo di capocannoniere (5 reti il germanico, 3 il francese Henry come un altro tedesco, Podolski) traguardo che difficilmente fallirà ma che taglierà senza tante feste e meraviglie un po’ come Podolski si può coccolare il trofeo come miglior under 21 del torneo, per il quale è stato preferito a Cristiano Ronaldo (che ingenuo ieri), allo spagnolo Fabregas e all’argentino Messi.

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