Una scia di misteri dietro il manager scomparso nel nulla

È forse racchiusa nei suoi rapporti professionali la chiave del mistero della scomparsa di Aurelio Giorgini, avvenuta il 24 marzo nel breve tragitto tra Graglio, Varese e Piazzogna nel Canton Ticino, due Comuni in cui l’uomo possiede altrettante case. L’uomo è stato visto a bordo della sua Smart, ha parlato al cellulare con i famigliari, poi già nel pomeriggio i suoi telefoni, due italiani e due svizzeri, squillavano a vuoto o risultavano staccati. Giorgini, 61 anni, sposato con due figli, residente nel Milanese, è stato dirigente di importanti gruppi internazionali.

Dal 2000 aveva avviato attività in proprio, facendo società con due catanesi, padre e figlio, con cui ha avuto poi problemi di ordine legale, con denunce incrociate per truffa, appropriazione indebita, calunnia per una serie di vicissitudini tra immobili acquistati e non pagati e quadri spariti. Nel 2005 è stato anche vittima di un attentato con dell’acido. Dopo averlo cercato inutilmente lungo il tragitto Graglio-Piazzogna, la Procura di Milano ha ora aperto un fascicolo per «sequestro di persona».

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