La scienza sale sul palcoscenico

Come avvicinare i giovani agli studi scientifici? Niente di meglio del teatro. È così che nascono la danza del Dna, la storia della calamita e la matematica trasformata in una rappresentazione teatrale. Rendendo le materie più ostiche perfino divertenti e «artistiche». Questo il metodo sperimentato da Teatro Scienza, il progetto sostenuto dalla fondazione Silvio Tronchetti Provera, che quest’anno torna al Piccolo teatro Strehler e al piccolo teatro Studio per tutto il fine settimana. Tre gli appuntamenti in programma.
Sabato allo Strehler, alle ore 16,30, verrà presentato il libro «Attori del sapere, un progetto di teatro scienza e scuola»: si tratta di una raccolta di tutte le iniziative promosse dal 2004 ad oggi, con i concorsi vinti dalle scuole, gli spettacoli messi in scena dai ragazzini delle medie e la storia della fondazione. Alla presentazione saranno presenti anche Alberto Meomartini, presidente di Assolombarda, il direttore del Piccolo Sergio Escobar, il direttore generale dell’Ufficio regionale scolastico Giuseppe Colosio.
Alle 19.30 salirà sul palco di largo Greppi l’attore Marco Paolini, per la rappresentazione «Itis Galileo», una geniale ricostruzione della storia del fisico, una discussione a tre tra fede, ragione e superstizione. L’obbiettivo di Paolini è coinvolgere il pubblico nel ragionamento, non solo nel racconto. E tutta la platea si confronterà sul concetto di vocazione scientifica. C’è da giurarci, in tanti si lasceranno stuzzicare la mente da materie considerate autentici grattacapo fino al giorno prima.
Domenica alle ore 11 al Piccolo teatro Studio andrà in scena lo spettacolo per bambini di Antonio Catalano «Gnam gnam, grunf grunf, slap slap, tic tic. Cibo sensibile» una rappresentazione che racconta di un mondo immaginario popolato dal cibo (dal grande museo sentimentale dei semi al popolo dei ghiottoni, dai pianeti di frutta e verdura alla giostra delle meraviglie). Un tema che preparerà i bambini al filone affrontato da Expo 2015: l’alimentazione. La rappresentazione non sarà un tradizionale spettacolo ma un incontro in cui si potrà interagire con lo spazio senza rimanere inchiodati a una poltrona.
Perchè un progetto come quello del Teatro scienza? A spiegarlo è il direttore della fondazione Tronchetti Provera, Lucio Pinto: «Le facoltà scientifiche rappresentano solo il 5-6% delle lauree. Non siamo un paese di scienziati. Invece la scienza è indice di innovazione e di crescita». L’obbiettivo è quindi quello di avvicinare i giovani agli studi scientifici, quando invece, a giudicare dai dati degli ultimi anni, la tendenza sembra un’altra: in tanti sono ammaliati dalle arti, dalle lettere, dalla filosofia e considerano i percorsi scientifici troppo difficili. Ora si insegna invece che anche la matematica e la fisica sono poetiche. «Tanti ragazzi si fanno intimorire dalla difficoltà degli studi - aggiunge Pinto - e poi consideriamo le carenze nella preparazione scientifica alle scuole superiori: il sistema didattico da questo punto di vista è piuttosto arcaico». Grazie al teatro la scienza diventa un po’ più divertente e accessibile.
Il Teatro Scienza ha anche sfidato i giovani a riscrivere «Alice nel paese delle meraviglie», scovando nelle pieghe del testo di Lewis Carrol riferimenti scientifici e spunti per creare progetti multimediali che utilizzano le tecnologie dell'universo web 2.

0: da qui il nome del progetto, «Alice 2.0». «La scuola che ha vinto il concorso legato al progetto di Alice - spiega Pinto - è andata in visita al laboratorio dei neutrini del Gran Sasso ed ora sta preparando una mostra ispirata a quell’esperienza».

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