
Da ormai molti decenni si cerca di capire se sul pianeta "gemello" della Terra, Marte, si possono trovare tracce di vita passata. Ebbene, forse da questo punto di vista siamo a una svolta: il rover Perseverance della Nasa ha scoperto insoliti e particolari minerali associati a carbonio organico che potrebbero essere compatibili con processi biologici e che vengono quindi considerati come 'potenziali biofirme meritevoli di ulteriori indagini per accertare se derivino da forme di vita passata".
L'annuncio della Nasa
A darne l'annuncio è la Nasa che ne parla sulla rivista scientifica internazionale Nature: ulteriori dettagli saranno forniti nel pomeriggio di mercoledì 10 settembre nel corso di una conferenza stampa alla presenza di Sean Duffy, amministratore ad interim. Della ricerca internazionale sulle tracce di vita su Marte fa parte anche l'Istituto Nazionale di Astrofisica. "Perseverance, il rover della Nasa, ha scoperto rocce in un canale fluviale asciutto che potrebbero contenere potenziali segni di antica vita microscopica", hanno spiegato gli scienziati nel corso della conferenza stampa.
Saranno comunque necessari nuovi studi ulteriori studi e un'analisi approfondita del campione raccolto da Perseveranc prima di poter giungere a qualsiasi conclusione. In missione su Marte dal 2021, il rover non è invece in grado di rilevare direttamente tracce vita ma trasporta un trapano per penetrare nelle rocce e tubi per contenere i campioni raccolti dai luoghi ritenuti più adatti a ospitare la vita miliardi di anni fa.
"Scoperta entusiasmante"
Questo studio è frutto di un campionamento di rocce argillose che Perseverance ha condotto ha condotto lo scorso anno all'interno del cratere Jezero e dentro la formazione che viene chiamata "Bright Angel" (un affioramento roccioso situato alla base del lato settentrionale dell'antica valle fluviale "Neretva Vallis", che converge nel cratere Jezero). Le analisi sul campione chiamato 'Sapphire Canyon' hanno messo in evidenza la presenza di minuscoli noduli e granuli arricchiti di fosfato di ferro e solfuro di ferro, associati al carbonio organico.
È una "scoperta entusiasmante": lo hanno affeermato due scienziati non coinvolti nello studio - Janice Bishop del Seti Institute e Mario Parente dell'Università del Massachusetts Amherst - che si sono affrettati a sottolineare che potrebbero essere responsabili processi di vita non biologici. "Questo è uno dei motivi per cui non possiamo arrivare a dire 'Ah, questa è la prova positiva dell'esistenza della vità", ha dichiarato all'Associated Press il ricercatore capo Joel Hurowitz della Stony Brook University. "Tutto ciò che possiamo dire è che una delle possibili spiegazioni è la vita microbica, ma potrebbero esserci altri modi per creare questo insieme di caratteristiche che osserviamo".
Quali sono gli obiettivi
Secondo i ricercatori, la loro presenza in un simile contesto sedimentario ne supporta la classificazione come "potenziali biofirme", che andranno ulteriormente indagate per escludere origini puramente geochimiche. Il rover Perseverance della Nasa oltre a fornire importanti informazioni meteorologiche sulle condizioni del "Pianeta Rosso" e capire se in futuro possa essere abitabile anche dall'uomo, si occupa di campionare vario materiale così da studiarne la composizione.
Tra gli obiettivi chiave c'è l’astrobiologia, ossia la ricerca di tracce di vita microbica: Il rover è
alla ricerca approfondita della geologia del pianeta così da aprire a una futura esplorazione umana del pianeta ed è anche la prima missione che raccoglie e conserva rocce e regolite (roccia e polvere frantumate) marziane.