Rilevato gas prodotto da esseri viventi: sull'esopianeta K2-18b potrebbero esserci forme di vita

Sensazionale scoperta dell'Università di Cambridge. Se le ulteriori indagini condotte col telescopio spaziale James Webb daranno conferma, potremmo davvero trovarci di fronte a un pianeta con forme di vita

Un'illustrazione di K2-18b, su Wikipedia
Un'illustrazione di K2-18b, su Wikipedia
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Un pianeta, non troppo lontano da noi, che potrebbe avere caratteristiche simili alla Terra, e che, per tale ragione, potrebbe addirittura ospitare la vita: si tratta di K2-18b, un corpo celeste distante 120 anni luce e di recente scoperta. Secondo alcune ricerche nella sua atmosfera si troverebbero tracce di dimetilsolfuro, un composto organico che può essere prodotto soltanto da esseri viventi. Una scoperta straordinaria che, se confermata, aprirebbe a incredibili scenari.

K2-18b

Cosa sappiamo di K2-18b? Si tratta di un esopianeta, ossia un corpo celeste che non è legato al nostro sistema solare. Viene chiamato anche EPIC 201912552 b e orbita attorno alla stella nana rossa K2-18, a 111 anni luce di distanza dalla Terra. K2-18b è stato scoperto da poco, nel 2015, nel corso della missione Kepler. Alcuni lo considerano una sorta di super Terra.

La ricerca che ha evidenziato la possibile presenza di dimetilsolfuro nella sua atmosfera risale allo scorso anno. Un team di ricerca internazionale guidato dall'Università di Cambridge, con la collaborazione della Scuola di Fisica e Astronomia dell'Università di Cardiff, dell'Earth & Planets Laboratory – Carnegie Institution for Science di Washington e dello Space Science Institute di Boulder, ha potuto rilevare il composto organico dimetilsolfuro nell'atmosfera dell'esopianeta.

Si tratta di un dato molto importante, perché questo gas ha origine esclusivamente biologica. Se la presenza del dimetilsolfuro venisse confermata, dunque, si potrebbe prendere in considerazione l'idea che sul corpo celeste si trovano delle forme di vita.

Le osservazioni col telescopio spaziale James Webb

Tutto ciò è stato possibile grazie al telescopio spaziale James Webb, che ha permesso al team guidato dal professor Nikku Madhusudhan, docente a Cambridge, di individuare il composto organico tramite delle indagini spettrografiche. Studiando il modo in cui la luce si riflette sull'atmosfera di un pianeta, è infatti possibile risalire a quali sostanze chimiche la compongono.

Nella costellazione del Leone - lì, infatti, è collocato K2-18b - potrebbe dunque trovarsi quella risposta alla onnipresente domanda: c'è vita nell'universo?

Chiaramente da parte degli esperti del settore c'è un'invito alla cautela, malgrado l'entusiamo. Proseguiranno quindi le indagini con il telescopio spaziale James Webb, nella speranza di ricevere ulteriori conferme circa la presenza di dimetilsolfuro nell'atmosfera dell'esopianeta. Già nella giornata di oggi verranno effettuate nuove osservazioni.

I risultati saranno poi esaminati nei prossimi mesi, dato che si tratta di un lavoro abbastanza lungo.

Nel 2028, quando nello Spazio verrà lanciato il telescopio spaziale ARIEL, si potrà procedere con indagini ancora più approfondite.

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