Gli scienziati danno un volto e un corpo a Ötzi, l'uomo venuto dai ghiacci

Una mostra del museo archeologico dell'Alto Adige celebra i venti anni dal ritrovamento della «Mummia del Similaun». La principale attrazione è una ricostruzione a grandezza naturale del cacciatore morto 5.300 anni fa sulle Alpi.

Piuttosto basso, snello, nerboruto, con i lineamenti affilati, la barba incolta e la pelle bruciata dal sole. Secondo i canoni estetici attuali Ötzi non è un adone, difficile dire come fosse considerato ai suoi tempi, 50 secoli fa. Da qualche giorno è comunque possibile conoscere l'aspetto fisico dell'Uomo venuto dal Giacchio.
Il 19 settembre 1991nelle Alpi della Ötztal alcuni escursionisti recuperarono un corpo umano ben conservato risalente a 5.300 anni fa, ribattezzato affettuosamente dai media Ötzi. Nel 1998, dopo un periodo in Austria, la cosiddetta mummia del Similaun fu affidata al Museo Archeologico dell'Alto Adige che oggi, per celebrare il ventennale del ritrovamento, ha ideato una mostra dedicata al suo famoso reperto ("Ötzi20 - Life. Science. Fiction. Reality"). Una esposizione temporanea (dal primo marzo fino al 15 gennario 2012), la cui attrazione principale è appunto la nuova ricostruzione a grandezza naturale dell'Uomo venuto dal ghiaccio, basata su un modello anatomico tridimensionale del cranio, su dati tomografici e sui più recenti metodi ricostruttivi della medicina forense. L'opera è stata realizzata dai due artisti olandesi Alfons e Adrie Kennis, già noti per avere dato un volto all'Uomo di Neandertal.
Il percorso espositivo si sviluppa su quattro piani tra scienza, cronaca, costume, curiosità e arte alla scoperta del rapporto che Ötzi ha instaurato con noi contemporanei. I temi della mostra sono: life, reality, science e fiction, ovvero Ötzi come è stato incontrato e vissuto nei primi giorni dopo la sua scoperta, com'era e com'è nella realtà, nei resoconti e nelle pratiche dei ricercatori così come nelle domande (aperte) poste dalla scienza ed infine nella rappresentazione massmediatica e popolare. In tredici anni al Museo Archeologico dell'Alto Adige a Bolzano, la celebre mummia con il suo straordinario corredo di vestiario ed attrezzatura sono stati visitati da oltre 3 milioni di persone provenienti da tutto il mondo.

Recentemente l'Accademia europea di Bolzano ha mappato il patrimonio genetico Ötzi. Uno studio utile a comprendere meglio le patologie ereditarie, ma che ha anche stabilito che il cacciatore preistorico non ha discendenti.

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