Sciopero dei taxi: oggi servizio dimezzato

Sul tappeto la ristrutturazione dell’intero sistema delle «auto bianche». E il sindacato si spacca

Da una parte un disegno di legge. Dall’altra i tassisti. In mezzo uno sciopero. Quello indetto per oggi. Sarà una giornata di passione per tutti quelli che dovranno servirsi delle auto bianche. I tassisti, a Milano, come nelle principali città italiane, oggi non accendono i motori. In circolazione, stando alle sigle sindacali che hanno aderito alla protesta, potrebbero esserci solo un’auto su due.
«L’azione di protesta - spiega Claudio Severgnini di Taxi Italiano - è destinata a intensificarsi: la categoria lamenta infatti la mancata convocazione da parte del Governo su un provvedimento contraddittorio che sembra avere un solo obiettivo, quello di destrutturare l’intero settore dei servizi di mobilità individuale». Sotto accusa c’è il decreto legge 2272 che prevede una decisa ristrutturazione del sistema taxi. In particolare il Governo vuole introdurre il taxi ecologico, quello collettivo, il taxi bus e il car sharing. «Punti oscuri molti dei quali a Milano sono già in vigore - continua Severgnini -. La verità è che secondo noi vogliono costruire un terzo soggetto del trasporto pubblico che aumenterebbe la precarietà di un servizio già economicamente debole». Ma se per il sindacato Taxi italiano «la lotta è necessaria per difendere la dignità del lavoro e le prospettive di sviluppo» , di parere opposto è un’altra categoria di tassisti, l’U.Na Taxi che parla invece di «uno sciopero inopportuno e insidioso». «Abbiamo ottenuto un incontro a Montecitorio proprio per domani - spiega Salvatore Luca di U.Na Taxi -. Ci incontreremo con il presidente della Commissione attività produttive Daniele Capezzone. Inutile sottolineare che questo confronto, poche ore dopo una protesta così perentoria, rischia di essere pesantemente condizionato». «Lo scopo del fermo nazionale - ribatte invece Loreno Bittarelli presidente di Uritaxi - sarà quello di chiedere un incontro finalizzato alla richiesta di stralcio dell’articolo 7 del disegno di legge 2272 in fase di approvazione presso la Camera dei Deputati, che prevede l’introduzione nel settore del trasporto pubblico locale, senza limitazione numerica, di servizi innovativi che andrebbero di fatto, a generare deregolamentazione e insicurezza nel settore taxi e noleggio con conducente».
«È vero che domani ci sarà un incontro, ma visto che i termini per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge scadono oggi è evidente che l’incontro del 9 maggio servirà soltanto a prendere atto di ciò che è stato deciso dalla Commissione e non a incidere sulla stesura del disegno di legge. Ciò inoltre, - continua il presidente di Uritaxi - induce a pensare che esista una forte propensione da parte del Governo a dialogare esclusivamente con gli interlocutori più accondiscendenti».

«Siamo fermamente convinti - conclude il presidente di Uritaxi - che i continui tentativi da parte del Governo di deregolamentare il trasporto pubblico non di linea non vadano nella direzione di un reale miglioramento del servizio, ma semplicemente verso una industrializzazione dello stesso, a svantaggio dei lavoratori e compromettendo il livello di qualità per l’utenza».

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