È sciopero della pastasciutta

Sciopero della pastasciutta. Il peggiore, il più difficile per un italiano. Ma al grido del «Toglietemi tutto ma non la trofia al pesto», i consumatori genovesi vogliono proprio dimostrare che sono davvero decisi a sfidare qualsiasi regola per dire basta alla continua raffica di aumenti. A chiamare i cittadini alla rivolta della spesa sono le associazioni Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori. A Genova, oltre all’invito di non comprare (e possibilmente a non mangiare neppure le scorte presenti in dispensa) in particolare la pastasciutta, giovedì si terrà un presidio in piazza De Ferrari dalle 10 alle 12. Giusto il tempo per correre a casa e farsi «due spaghi»? Macché, gli organizzatori giurano che è una cosa seria, che gli aumenti della pasta come di tutti i derivati delle farine e dei cereali hanno ormai passato il segno di sopportazione, dopo la grande «moda» dei biocarburanti che ha fatto lievitare la domanda di queste materie prime e il prezzo.
In contemporanea allo sciopero della pasta, le altre associazioni di consumatori a Genova hanno in programma altri appuntamenti di peso. «Avremo un incontro con l’assessore regionale Guccinelli e con i suoi colleghi dei quattro comuni capoluogo per arrivare a ottenere tre risultati fondamentali - spiega Furio Truzzi, presidente di Assoutenti -.

Il primo è la creazione di un paniere di alcuni prodotti il cui prezzo va calmierato. Il secondo è un vero osservatorio sui prezzi contro le speculazioni. Il terzo è la riduzione della filiera, la dimunuizione del numero degli intermediari tra il produttore e il consumatore».

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