Genoa. Genovesità. Genoanità. Questi gli aggettivi che meglio si adattano alla nuova realtà voluta dal Genoa Cfc Scuola Calcio Barabino & Partners. Dopo la prima «cantera» in Via Madre di Dio ecco che pure la Sciorba si tinge di rossoblù. Distante appena 230 metri dalla prima Scuola Calcio italiana. Era il 1902 e si chiamava «Casetta Spensley» a Pontecarrega. Corsi e ricorsi storici alla presenza del presidente Enrico Preziosi. Che chiarisce. «Bisogna dare merito a certi genoani che non solo investono risorse economiche, ma soprattutto per la passione che ci mettono. Persone come Barabino sono davvero encomiabili. Sono i genoani che gestiscono un rapporto particolare con la loro fede e che sono più importanti dei presidenti che vanno e che vengono. Loro restano».
Travolto dall'entusiasmo dei 150 ragazzi della Scuola Calcio al patron rossoblù scappa un sorriso pensando ai giovani che l'anno prossimo saranno aggregati. «Probabilmente se ne avessimo avuto qualcuno già contro il Cagliari, come El Shaarawy che è pronto per la A, forse avremmo corso di più» sottolinea cambiando il tono della voce. «Crediamo moltissimo nei giovani sebbene il nostro è un progetto del quale vedremo i frutti tra tre o quattro anni. Gli allenatori in Italia si occupano di prendere solo giocatori maturi e non rischiare con i giovani».
Che non sia una velata accusa a Ballardini per le scelte di domenica scorsa? Possibile. Di sicuro è ancora arrabbiato. «Ho parlato con il mister e credo abbia capito. Non mi è piaciuto l'approccio alla gara». Poi una precisione. «Non è vero che non voglio andare in Europa. Anzi avevo fissato un premio. Critico però com'è strutturata l'Europa League».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.