MilanoMobilità senza precarietà. E solidarietà nella libertà di iniziativa. «I giovani devono imparare realmente che il lavoro sarà sempre più un percorso, sempre meno un posto». A parlare così ai giornalisti è il cardinale Angelo Scola (nella foto). Dopo lintervento al congresso provinciale delle Acli, entra nellattualità del dibattito sul posto fisso. Invita a «trovare un compromesso nobile» tra le diverse posizioni in campo.
Più che una teoria, un richiamo a fare i conti con la realtà, che arriva anche su un altro tema caldo, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. «Le differenze sessuali sono insuperabili», dice larcivescovo di Milano. In città largomento è al centro dellattenzione, perché la giunta di Giuliano Pisapia ha in programma listituzione delle unioni civili estese alle persone omosessuali. Scola spiega di non parlare da esperto di economia e precisa di non avere in mente una flessibilità senza regole: «Questa riforma del lavoro dovrà certamente tenere conto che il modello è mutato... ma questa mutazione non significa cadere in una concezione di mobilità che sia precarietà e che quindi ferisca i diritti fondamentali». Un criterio sta al centro: «Il primato del soggetto del lavoro per me è insostituibile».
Soggetto al centro anche nella libertà nel commercio, in politica e nella cultura: «Non è possibile una solidarietà autentica senza garantire alle persone una fondamentale libertà diniziativa». E ancora: no alle utopie («lutopismo è il nemico più subdolo»), sì agli ideali. Ideali concreti come la famiglia, il matrimonio, lamore tra un uomo e una donna. Ne parla quasi scherzando: «Ti sfido a dire allamata: ti amerò per sempre. Dico amata perché sono di sesso maschile. E le differenze sessuali sono insuperabili. Altre cose nel campo affettivo sono invece utopie». Al convegno interviene anche Pisapia. Non parla di unioni civili, ma insiste sul plurale «famiglie» e cita don Gino Rigoldi, che poco prima aveva improvvisato una gag sulle coppie gay e lo scandalo di un monsignore di Curia.
La crisi economica, secondo il cardinale, è «un elemento rilevante, decisivo ma non esclusivo» di un «travaglio» che vive lOccidente sui «fondamentali della concezione delluomo e della vita buona». Più tardi aggiunge: «Il cristiano non può non proporre la sua visione della vita, della famiglia, della giustizia, della solidarietà, della sussidiarietà nelleducazione, della sanità».
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