Un duello senza armi, giocato solo sulle previsioni elettorali per Palazzo Marino. Il guanto della sfida è stato lanciato dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Entrambi si sono dichiarati ottimisti sul successo del proprio candidato. A questo punto è l«ottimista» Sacconi ad alzare ulteriormente la posta sul risultato delle elezioni amministrative a Milano. Fino alla simpatica sfida: «Pierluigi Bersani dovrebbe stabilire qual è il prezzo della scommessa, se dovesse prevalere la mia previsione».
Su Milano, afferma il ministro del Lavoro Sacconi a margine di un convegno organizzato dallistituto Bruno Leoni, «sono ottimista, perché si uniscono alle ragioni locali, al giudizio sulla buona amministrazione, quelle di sostegno al governo, che sono nel cuore e nella mente della maggioranza degli elettori e delle elettrici della città».
Sacconi insiste molto anche sul clima avvelenato della competizione politica: «Indubbiamente il voto si svolge in un contesto di forte aggressione politica e giudiziaria nei confronti del governo, per cui, non per nostra scelta, è innanzitutto un voto politico». Bersani ha ipotizzato una vittoria del centrosinistra: «Se cambiano le cose a Milano cambiano in Italia. Dopo tanti anni stiamo combattendo, siamo in piedi e ce la possiamo fare. Sto girando lItalia e tutti mi chiedono cosa succede a Milano. Io rispondo che a Milano siamo in campo e ce la possiamo fare.
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