La crisi colpisce duro il turismo. Secondo lIstat, i viaggi per vacanza, l86,9% degli spostamenti totali, sono calati nel 2011 del 17%. Dimuniscono sia i soggiorni lunghi (con durata da quattro giorni in su, che calano del 14,9%) sia quelli brevi (-17,1%). Drastica caduta anche per i viaggi allestero: meno 16,6%, con un calo molto più sensibile per quelli nei Paesi extra Unione europea, che crollano del 28,3%. A risentire della forte contrazione sono più le vacanze (-36,3%), sia brevi (19,3%) sia lunghe (-17,4%). Ecco la fotografia 2011 del turismo italiano allestero: l85,3% dei viaggi effettuati oltre confine ha come destinazione una meta europea, quota che è pari all80,9% nelle vacanze lunghe; il Paese straniero più visitato degli italiani torna a essere la Francia (17,1%), che nel 2010 aveva ceduto il primato alla Spagna, che resta seconda (13,4%) e precede nellordine il Regno Unito (7,4%, la Germania (7,1%) e la Grecia (6,2). Francia e Spagna si confermano le mete più gettonate sia per le vacanze brevi (seguite nellordine da Germania, Austria e Regno Unito) sia per quelle lunghe, classifica nella quale la Grecia si piazza terza, precedendo il Regno Unito e la Croazia. Per i viaggi di lavoro, dopo la Francia primatista con il 16,2% al secondo posto troviamo la Germania (11,1%).
Ma rispetto al 2010 in Europa poco cambia, al contrario di quanto è avvenuto per le principali mete europee. Nel 2011 sono praticamente scomparse dalla graduatoria delle vacanze degli italiani la Tunisia, il Marocco e lAlgeria, a causa dellinstabilità politica che sembra però non aver danneggiato lEgitto, che pure lanno scorso è stato interessato da un cambio di leadership politica non del tutto incruento. Il Paese delle piramidi, infatti, si è confermato ex aequo con gli Stati Uniti la destinazione extra-Ue preferita dagli italiani attirando il 3,7% dei nostri connazionali che hanno trascorso una vacanza allestero. Quanto ai viaggi di lavoro, dopo gli Stati Uniti (5,3%), si piazza al secondo posto per la prima volta il Sudafrica (5,3%).
La rilevazione Istat si basa su un campione di 14mila famiglie.
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