da Milano
Dice che le dispiace, ma assicura di non averlo fatto apposta. «È stato un incidente, un terribile incidente», queste le parole della maestra, Rosa Sciliberto, 22 anni, siciliana, accusata di aver tagliato la lingua a Walid, un bambino tunisino di 7 anni, perché disturbava in classe. E ai carabinieri che hanno raccolto la denuncia di quanto è accaduto il pomeriggio del 20 febbraio allelementare Cadorna di via Dolci ha spiegato che di fronte allagitazione del bambino che continuava a correre e a disturbare nellaula lei ha detto scherzando «smettila o ti taglio la lingua». E davvero, ha confermato la maestra, lei chiamata a sostituire per per qualche minuto linsegnante che aveva dovuto assentarsi dalla classe, aveva in mano un paio di forbici, quelle di un compagno di classe di Walid. Ma poi lo scherzo si è trasformato in una crudele realtà: «Il bambino si è girato di scatto - ha spiegato ai carabinieri - Un gesto improvviso e la sua lingua è finita sulle lame della forbice». Poi è stato il panico. La maestra ha soccorso Walid sanguinante e lha accompagnato in bagno. Pensava a una piccola ferita, ma il sangue continuava a uscire e a quel punto lei avrebbe chiesto al bambino di non raccontare che era stata lei a ferirlo, ma di dire piuttosto che si era fatto male da solo. Poi è arrivata lambulanza e il piccolo è stato portato allospedale Buzzi dove i medici hanno dovuto ricucirgli la lingua con cinque punti di sutura.
Rosa Sciliberto è stata subito allontanata e sospesa dalla scuola, il ministro Giuseppe Fioroni che ha dichiarato «tolleranza zero nei confronti di fatti così inauditi» ha avviato le procedure del licenziamento. Per ora in Procura è stato aperto un fascicolo per lesioni. Secondo gli investigatori, dal primo momento «si è evidenziato laccaduto come un fatto del tutto accidentale, anche sulla base delle versioni fornite da ambo le parti nellimmediatezza del fatto». Ora gli inquirenti dovranno far luce su come si siano svolti i fatti, compreso se quello dellinsegnante sia stato un gesto isolato o meno.
«Non era la prima volta che la maestra minacciava di tagliarci la lingua se non stavamo zitti», ha confidato il bambino. Ieri, la mamma del piccolo, Olfa Dhaouadi, 28 anni, in Italia da sette, era dallavvocato Pietro Porciani. Attraverso il legale la famiglia tunisina ha presentato denuncia e avviato una causa contro listituto per il risarcimento dei danni morali e materiali. «Quel giorno mi ha chiamato la segreteria della scuola - racconta la donna - e quando sono arrivata lì ho trovato mio figlio pieno di sangue. Piangeva, piangeva, era spaventatissimo. Adesso è sotto choc e non vuole più tornare a scuola. Io lavoro in una mensa, ma rischio di perdere il posto perché voglio stare vicino al mio bambino».
«Quantificare i danni che ha subito Walid sia dal punto di vista fisico che morale, è ancora prematuro. Il bambino ha bisogno di essere seguito da uno psicologo che lo aiuti a superare il trauma - ha detto il legale Pietro Porciani -. Quel che è certo è che ci costituiremo parte civile nel procedimento contro la maestra e chiederemo i danni sia allinsegnante che alla scuola».
Rosa Sciliberto aveva ottenuto lincarico alla scuola elementare di via Dolci lo scorso settembre. Dalla Sicilia si era trasferita a Milano per un incarico come insegnante di sostegno, che sarebbe dovuto durare fino al 30 giugno. Per lei, lavventura nella scuola, potrebbe essere finita.
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