«Certo questa sconfitta può provocare disagio e scoraggiamento nelle nostre file. È anche per questo che è urgente dare uno sbocco positivo alla discussione sull'Ulivo, con una soluzione che tenga insieme Prodi e la Margherita».
Piero Fassino, in un'intervista all'Espresso (che ne ha anticipato il testo), ammette i rischi che la scarsa partecipazione al referendum sulla procreazione assistita possono determinare sulla Quercia e considera importante impegnarsi adesso per comporre le spaccature in casa dell' Ulivo. Il segretario dei Democratici di sinistra, comunque ribadisce che il referendum «era una strada obbligata, visto l'assoluto rifiuto dell' attuale maggioranza a modificare la legge in Parlamento», difende la scelta del sì per i valori che erano in gioco in questa consultazione e invita a «non allargare troppo il significato di questo referendum».
«Non interpreto il risultato dei referendum come un rigurgito di conservatorismo» dice il leader della Quercia che parla dell'Italia come «un Paese molto più laico di quel che può sembrare in questi giorni». Fassino, infine, non crede all'ipotesi di un futuro partito trasversale dei cattolici: «Tornare a questo dieci anni dopo la morte della Democrazia cristiana - afferma - mi sembra antistorico».
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