Gli scontenti in giunta danno l’altolà al pedaggio

Continua il fuoco di sbarramento contro il ticket voluto da Letizia Moratti. «C’è stata una forte richiesta dei milanesi di combattere l’inquinamento ed era nel programma elettorale, che è stato firmato da tutti» va in difesa il sindaco. Ma i malumori, assai diffusi in Regione, abbondano anche in Comune, da Forza Italia ad An fino alla Lega. Forti perplessità anche in giunta, sollevate proprio dagli assessori più coinvolti dal provvedimento. Carla De Albertis, assessore alla Salute di An, non sembra affatto convinta dall’idea che il ticket è indispensabile per difendere il benessere dei milanesi: «A febbraio non si partirà di sicuro. La salute dei cittadini va difesa ma ci sono molte cose da fare prima, dagli interventi sulle caldaie inquinanti alla messa a norma degli enti pubblici, che devono dare il buon esempio». Anche Tiziana Maiolo chiede «un rallentamento dei tempi». L’assessore al Commercio di Forza Italia non ignora i dubbi di artigiani e negozianti e va in frenata: «C’è stato un problema di comunicazione. Il ticket è recepito come una tassa e noi dobbiamo spiegare bene alla gente che non siamo sulla linea Prodi».
Uno dei temi più contestati è la decisione di far pagare anche i residenti. Ignazio La Russa, capogruppo di An alla Camera, rassicura: «I residenti non pagheranno oppure pagherà una ridottissima percentuale di milanesi, pari all’1,4 per cento, incentivati nel frattempo a cambiare l’auto». Ancora più drastica la De Albertis: «Nessuno ha mai discusso di far pagare i milanesi, è ovvio che il provvedimento deve ripassare in giunta perché non si tratta di una delibera ma di un’informativa su quel che sostiene Croci. Non c’è accordo, in particolare perché non conosciamo ancora nemmeno i costi del provvedimento».
Qualche difficoltà si annuncia anche per il passaggio del ticket in consiglio comunale, necessario perché l’aula ha competenza su tutto ciò che riguarda le tariffe. Il presidente, Manfredi Palmeri, non si sbilancia: «Al momento c’è solo una trattazione di massima della giunta. Per discuterlo in consiglio aspetteremo che prenda una forma definitiva». Ma intanto fioccano le dichiarazioni di voto. «Così come è non lo voterò - annuncia l’ex assessore al Turismo di An, Giovanni Bozzetti -. È vero che era nel programma, ma senza modalità né tempistica».

Il capogruppo leghista in consiglio comunale, Matteo Salvini, è tranchant: «I milanesi non dovranno pagare un euro».
Arriva uno stop anche dalle associazioni dei consumatori. All’attacco Telefono blu: «Con le nuove tasse della finanziaria più la nuova gabella per il centro i conti aumenterebbero di quasi il 20 per cento».

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