Con gli sconti fiscali del governo uno stipendio in più a famiglia

I risparmi totali aumentano il potere d’acquisto sino a 1.400 euro l’anno

da Roma

Vale uno stipendio all’anno il pacchetto di interventi fiscali, decisi dal consiglio dei ministri di Napoli. Lo rileva uno studio del Sole 24Ore.
Secondo elaborazioni del quotidiano economico, tra azzeramento dell’Ici, detassazione degli straordinari e congelamento dei mutui, una famiglia con moglie e marito che lavorano riesce a migliorare il proprio potere d’acquisto per 1.400 euro all’anno. In questa famiglia-prototipo (marito con 30mila euro, moglie con 15mila euro di reddito) il risparmio fiscale dato dall’eliminazione della patrimoniale sulla casa la porta a risparmiare 220 euro; altri 85 li recupera dal congelamento dei mutui; ma il forte recupero fiscale viene dall’aliquota al 10% sul monte straordinari. Se i coniugi fanno 3mila ore di straordinario, il loro beneficio fiscale è di 1.116 euro all’anno.
I miglioramenti fiscali, però, arrivano anche per fasce di reddito più alte. Se moglie e marito guadagnano 30mila euro ciascuno, vivono in una casa di proprietà in una zona residenziale a Trieste, ed hanno acceso un mutuo da 80mila euro, hanno un recupero di imposta per 879 euro.
Se la famiglia in questione vive a Milano, con il capofamiglia con un reddito da 70mila euro, e la moglie uno da 30mila euro, vivono in una casa di proprietà, e solo la donna fa lo straordinario (c’è il tetto a 30mila euro per accedere alla detassazione), questa famiglia paga meno imposte per 899 euro.
Nel complesso, la detassazione delle ore degli straordinari raggiungerà un lavoratore dipendente su due. Dall’agevolazione sono esclusi i lavoratori pubblici e chi dichiara sopra i 30mila euro. Fra l’altro, l’indagine del Sole rivela che sono proprio gli operai la categoria sociale destinata ad avvantaggiarsi maggiormente dalla misura: non foss’altro perché il monte ore straordinario degli straordinari è cresciuto dell’8% nell’ultimo anno.

Infine, solo lo 0,3% dei proprietari di casa continuerà a pagare l’Ici, cioè chi abita in castelli o ville. Piccolo particolare. Si tratta della stessa percentuale di italiani che dichiarano redditi superiori ai 200mila euro all’anno.

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