Scontri, lanci di pietre e di gas lacrimogeni, arresti, decine di feriti, di cui uno in pericolo di vita: nel giovedì nero vissuto ieri da Atene, paralizzata dalla sciopero generale indetto per protestare contro le misure di austerity varate dal governo Papandreou per rimettere in sesto i bilanci, c’è tutto il dramma di un Paese alla corde sotto il profilo sociale e sotto quello finanziario.
È in questo clima di tensioni, verosimilmente destinate ad acuirsi non appena il governo metterà nero su bianco ulteriori provvedimenti da lacrime e sangue, che gli ispettori di Ue, Fmi e Bce, in missione nella capitale greca per verificare lo stato delle misure già prese, sono costretti a lavorare. Dalle loro valutazioni potrebbe dipendere la concessione di nuovi aiuti al Paese ellenico, dopo i 110 miliardi ricevuti lo scorso anno in cambio di provvedimenti drastici di contenimento delle spese, a cominciare dal taglio di salari e pensioni.
Proprio contro questa prima tranche di misure anti-debito i sindacati del pubblico impiego avevano convocato ieri uno sciopero generale, a poco più di un anno di distanza dal primo (5 maggio 2010). La protesta, pacifica, di almeno 30mila persone che si erano limitate a scandire slogan come «Non se ne può più. Che paghino i ricchi e gli evasori fiscali», si è però trasformata in una vera e propria guerriglia urbana scatenata nel centro città da elementi anarchici. Quando i manifestanti hanno cominciato a defluire, sono scoppiati tafferugli tra gruppi di giovani con il volto coperto e poliziotti in tenuta anti-sommossa. Gli anarchici hanno lanciato sassi e bottiglie incendiarie contro gli agenti che hanno risposto esplodendo candelotti lacrimogeni. Nel corso degli scontri, un uomo di 30-40 anni è stato ferito gravemente alla testa, una dozzina i ricoverati per intossicazione, mentre circa 25 sono stati gli arresti compiuti.
Al caos di Atene fa riscontro la situazione non meno confusa sulle soluzioni che potrebbero essere adottate per strappare il Paese dal default. Una catastrofe che secondo il Financial Times non potrà comunque essere evitata, dal momento che «le possibilità di accedere al mercato privato del credito a termini che sono sostenibili per il Paese sono trascurabili». Martedì era circolata l’ipotesi di un prestito aggiuntivo da 60 miliardi di euro, e i mercati speravano che la riunione dell’Eurogruppo di lunedì prossimo potesse servire per raggiungere un accordo.
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