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Scontri e feriti alla controparata pacifista

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Si chiude con un bilancio di sei feriti, tre fra i manifestanti e tre fra le forze dell’ordine, e un ragazzo denunciato la controparata organizzata ieri da centri sociali, Cobas, Rdb e altre sigle della «galassia pacifista». Partita da Porta San Paolo e mai arrivata a destinazione, a Campo de’ Fiori, proprio a causa degli incidenti avvenuti in via Marmorata.
A innescare la scintilla e a far salire la tensione, uno striscione sui centri di permanenza per gli immigrati polemico con il ministro dell’Interno: «Pisanu: la vergogna della Repubblica. Chiudiamo i lager Cpt». Le forze dell’ordine, ritendolo offensivo, hanno chiesto ai manifestanti di rimuoverlo, bloccando il corteo che era nel frattempo arrivato in piazza dell’Emporio, a Testaccio. Ma, di fronte al rifiuto dei partecipanti alla controparata, il serpentone è rimasto a lungo fermo.
A rompere l’impasse, peggiorando però la situazione, è stato il blitz di alcuni manifestanti che hanno percorso via Marmorata nella direzione opposta e si sono trovati di fronte i carabinieri che chiudevano il corteo. C’è stato un tentativo di forzare il blocco, seguito da un lancio di oggetti e da uno scontro tra forze dell’ordine e manifestanti, durato pochi minuti. Per la questura, i carabinieri dopo essere stati a lungo insultati hanno solo subìto l’impatto senza preavviso e «inevitabile» dei ragazzi che tentavano lo sfondamento, senza effettuare alcuna carica, «come da precisi ordini impartiti». E i tre manifestanti sarebbero rimasti feriti solo nei tafferugli scoppiati dopo che le forze dell’ordine sono intervenute in soccorso di un funzionario di polizia e di un sottufficiale dell’Arma che erano stati gettati a terra dalla folla e colpiti a calci e pugni.
Tra i partecipanti al corteo rimasti feriti, anche l’assessore al Bilancio dell’VIII Municipio, Gualtiero Alunni, di Rifondazione. E proprio un parlamentare del Prc, il deputato Giovanni Russo Spena, presente alla manifestazione, dà una lettura diversa degli eventi, parlando di «assalto durissimo» al corteo che voleva solo fare dietro-front da parte delle forze di Polizia: «Un atto repressivo molto grave - ha aggiunto Russo Spena - di cui chiederemo conto al prefetto e al questore, oltre a portare la questione in Parlamento. Quanto è successo ha significato solo aizzare gli animi e provocare durante una manifestazione pacifica». L’esponente di Rifondazione ha inoltre annunciato di voler denunciare «i funzionari che in prima persona sono stati elemento di disordine e tensione» e di voler indagare sulle responsabilità dei vertici della polizia.
Di certo, il responsabile dell’aggressione e del ferimento degli agenti, un 38enne che avrebbe colpito un funzionario della Digos con una lattina, è stato identificato e denunciato, mentre i manifestanti feriti sono stati portati all’ospedale San Camillo di Roma per le cure. Dopo il momento di caos, è tornata la calma, lo striscione su Pisanu è stato ritirato e il corteo è tornato fino a Porta San Paolo dove si è sciolto nel pomeriggio.
Prevedibile una coda polemica. Molti gli esponenti della sinistra radicale che ricalcano la versione degli incidenti data da Spena. Tra questi il deputato verde Paolo Cento, i «disobbedienti» Francesco Caruso e Nunzio D’Erme e il vicepresidente del consiglio Provinciale, Nando Simeone, che sostiene di essere stato minacciato da un agente mentre tentava di riportare la calma. Di diverso avviso non solo la questura (che ha messo a disposizione degli organi di stampa la videocassetta con le immagini sui tafferugli), ma anche i commenti della Cdl.

Il capogruppo di An alla Provincia, Piergiorgio Benvenuti, ha ricordato l’inopportunità di una manifestazione «che infatti si è conclusa con feriti e scontri». E il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volonté, ha rivolto un «caldo invito a Bertinotti, Fassino e Prodi affinché stigmatizzino e prendano le distanze dalle manifestazioni violente capeggiate dagli antagonisti».

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