Dopo gli scontri i contestatori si danno alla polenta

L’altra notte scontri con le forze dell’ordine: cariche, feriti, momenti di terrore. Da una parte carabinieri e poliziotti, dall’altra i No Tav tutt’altro che pacifici: «Ci opporemo a oltranza, con ogni mezzo». Ieri il movimento No Tav l’ha buttata però sul «gastronomico», organizzando una polentata al presidio abusivo della Clarea, il campeggio utilizzato come base per le sortite contro il cantiere della Torino-Lione nell’area di Chiomonte, in Valle di Susa. Subito dopo è in programma una marcia, definita «pacifica» dagli stessi organizzatori. I disordini della notte scorsa, ha riferito il capitano Stefano Mazzanti, comandante dei carabinieri di Susa, non hanno provocato feriti fra gli uomini delle forze dell’ordine. I No Tav lamentano invece il ferimento di un loro esponente a causa dell’esposizione ai lacrimogeni. Durante l’assedio notturno sono state utilizzate contro i responsabili dell’ordine pubblico bombe carta e grosse pietre. I carabinieri hanno sequestrato maschere antigas, scudi di plexiglas costruiti artigianalmente, corde da rocciatore, luci da minatore, una fionda e grosse pietre. Sequestrati anche alcuni contenitori con una soluzione di acqua e Maalox (farmaco contro le infiammazioni gastriche), in grado di eliminare il bruciore agli occhi indotto dai lacrimogeni. Prima di venire dispersi dalle cariche delle forze dell’ordine, nella notte i manifestanti avevano marciato in due cortei, partiti rispettivamente da Giaglione e da Chiomonte. Si erano poi riuniti nei pressi della parte bassa del cantiere, in Valle Clarea. Qui avevano tentato l’assalto alle recinzioni, tagliate in più punti e poi aggredite con arpioni e corde. La soprastante autostrada è stata chiusa per motivi di sicurezza. In passato infatti i dimostranti l’avevano raggiunta per bloccare il passaggio degli automobilisti.

I disordini sono avvenuti nell’ambito della «Quattro giorni No Tav» organizzata dal movimento a partire da giovedì scorso. Secondo i carabinieri, la notte scorsa si sono mobilitate circa 300 persone. Il presidio permanente delle forze dell’ordine aveva invece in forze circa 150 uomini.

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