Scontri Protesta degli arabi per la marcia dell’ultradestra

Sono arrivati in cento a Umm el Fahem, cittadina araba nel nord d’Israele, scortati da quasi 3000 agenti e sventolando le bandiere con la Stella di Davide per pretendere dalla gente del posto «lealtà» - secondo la parola d’ordine dell’estrema destra - allo Stato ebraico. Ne sono usciti mezz’ora più tardi lasciandosi dietro una trentina di contusi e l’eco dei tafferugli scoppiati fra le forze dell’ordine e la cittadinanza locale, scesa in strada compatta «contro la provocazione». È finita come si prevedeva dovesse finire la marcia del drappello di militanti ultrà del movimento dei coloni organizzata ieri - dopo un lungo braccio di ferro legale e con il placet della Corte suprema di Gerusalemme - nella roccaforte del movimento islamico degli arabo-israeliani. Con molta tensione e danni limitati solo dalla mobilitazione della polizia (30 agenti per ogni partecipante alla marcia) e da un provvidenziale scroscio finale di pioggia e grandine. Sbarcati di buon’ora da un paio di corriere, i marciatori hanno trovato ad accoglierli migliaia di abitanti della città (uno dei maggiori insediamenti totalmente arabi d’Israele) chiamati allo sciopero dalle autorità municipali e decisi a sbarrar loro il passo.

Lo scontro con la polizia è stato inevitabile: gli agenti hanno risposto alla sassaiola con i lacrimogeni. Il bilancio è stato di una dozzina di feriti leggeri nei ranghi della forza pubblica e di una quindicina di contusi fra i dimostranti ostili alla marcia.

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