Scontro aperto sulle misure antismog

Smog e blocchi parziali: ormai è una telenovela. Il Comune di Roma, per il quarto giorno consecutivo, ha disposto un nuovo divieto di circolazione per i veicoli più inquinanti in considerazione del superamento dei limiti imposti per le polveri sottili, fissati in 50 microgrammi per metrocubo. L’assessorato capitolino all’Ambiente, seguendo un rituale che i romani conoscono ormai a memoria ha diffuso l’elenco completo degli sforamenti delle Pm10, centralina per centralina: Arenula 67; Preneste 87; Francia 78; Fermi 73; Magna Grecia 79; Cinecittà 83 e Villa Ada 60. Anche oggi, dunque - nonostante il sabato prefestivo e la domenica - dalle 7.30 alle 20.30 non potranno circolare le auto non catalizzate e i vecchi diesel mentre nella ztl del centro storico il divieto di circolazione interesserà anche moto e motorini «euro 0». La sostanziale inutilità di questi «mezzi-divieti» che non bloccano nulla (ormai il 90 per cento delle auto ha la marmitta catalitica), non ha fatto cambiare idea al Campidoglio che si ostina, come fa del resto da 13 anni, a puntare su scelte di facciata nella lotta allo smog. A nulla è valso neanche il serio studio (del quale abbiamo parlato tre giorni fa sulla prima pagina della cronaca) condotto dall’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche. Come ha avuto modo di spiegare il professor Ivo Allegrini, direttore dello stesso Istituto, la presenza nell’aria delle polveri sottili dipende da molti fattori, ma molto poco dal traffico automobilistico. Le verifiche effettuate dagli studiosi del Cnr hanno accertato che soltanto il 30 per cento delle Pm10 può in qualche modo essere attribuito alle vetture che circolano in città. Ma nemmeno questo è servito a far cambiare rotta al Campidoglio. Non solo: ora ci si è messo pure l’assessore regionale all’Ambiente Angelo Bonelli a puntare l’indice accusatore contro gli automobilisti romani. Però finora sia il Comune, sia la Regione si sono ben guardati dal pubblicare lo studio del Cnr. Ecco perché la questione è al centro di continue polemiche.

Ieri, per esempio, il capogruppo del Nuovo Psi alla Regione Donato Robilotta ha mosso accuse precise: «L’allarme sullo smog - ha detto - lanciato dall’assessore Bonelli, secondo il quale l’80 per cento dell’inquinamento di Roma è colpa delle auto, dovrebbe comportare automaticamente la chiusura del traffico nella capitale». «Non vorrei - ha detto Robilotta - che la demonizzazione fatta dall’assessore contro la ricerca del Cnr sia dovuta da fatto che l’inquinamento è dovuto solo in parte dal traffico automobilistico».

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