È guerra per le nomine nella moschea di via Padova. La guida del più grande centro islamico di Milano - che ogni settimana ospita più di mille fedeli musulmani - è contesa a colpi di «elezioni fantasma» e contestazioni. Il trentenne fondatore dei Giovani musulmani dItalia, Abdullah Kabakebji, ieri ha annunciato: «Sono stato eletto direttore della casa della cultura islamica di via Padova. Sono stato eletto giovedì scorso». Ma quello che finora è stato il direttore, Asfa Mahmoud, non ha nessuna intenzione di farsi da parte, e contesta la sua «destituzione»: «Quella elezione è illegale - protesta - la convocazione dellassemblea non è stata regolare». «Lassemblea - spiega Mahmoud - può essere convocata dal direttore o dal consiglio, invece questa lha convocata da un ex consigliere, e hanno partecipato solo quattro soci. Domani (oggi, ndr) si riunirà il consiglio direttivo legittimo, e risponderà».
Alla base della spaccatura cè la gestione del centro, e in particolare di un immobile di Cascina Gobba, comprato dal centro per essere destinato a luogo di culto. Il dissidio si era già manifestato nellassemblea del 1° marzo, quando erano stati sostituiti presidente e tesoriere.
Ora questa fazione sostiene Kabakebji, di origine siriana, ex direttore dellassociazione dei Giovani musulmani dItalia, che sarebbe il primo leader dei Giovani musulmani a guidare una grande moschea italiana, una delle più frequentate e vivaci fra laltro. La Casa di via Padova è stata fondata nel 1993. «Da allora - ha detto - ha sempre cercato di risolvere i problemi e non di crearne di nuovi». «Ma - la sua critica - è mancato un efficace contatto con la politica e con le istituzioni».
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