Mourinho o Zidane? Chi comanda davvero nel Real Madrid? Il rischio delluomo in più, come nella pellicola di Sorrentino, esiste davvero. Non si tratta della classica questione dei due galli nel pollaio, perché è stato proprio lo Special One a chiedere al presidente Florentino Perez di nominare Zizou direttore generale della squadra. Mourinho però non ha fatto i conti con il carisma e lascendente del franco-algerino sui giocatori (alcuni dei quali suoi ex compagni) e quella che poteva sembrare una decisione illuminata si è trasformata in un boomerang per il portoghese. La stampa iberica si interroga sui futuri equilibri nello spogliatoio, sulla convivenza di due uomini così qualificati, ma così diversi, e ipotizza persino che Zidane potrebbe subentrare a Mourinho nel caso di unaltra stagione fallimentare.
Nel Real che si appresta a braccare il Barcellona cè molto di Zidane, quasi tutto. Ha chiesto e ottenuto la conferma del connazionale Benzema, che non sembrava più nei piani dellallenatore. Ha condotto in prima persona la trattativa dacquisto del centrale transalpino Varane dal Lens, elemento che darà sicuramente fastidio a Carvalho, uno dei fedelissimi dello Special One. E mentre il tecnico sembra orientato a riproporre Pepe come uomo demergenza per il centrocampo, Zidane lha battuto sul tempo invitando a Madrid il promettente centrocampista francese di origini maliane Gueda Fofana. E stato lo stesso giocatore a confessare di aver incontrato Zizou con il suo procuratore nellhotel Mirasierra di Valdebebas, quartier generale merengues. Un altro braccio di ferro si sta consumando per lattaccante: il francese vorrebbe rinnovare il prestito di Adebayor, Mourinho punta dritto a Neymar che il Santos ha valutato 45 milioni.
Zidane è onnipresente. Ha partecipato alla conferenza stampa della squadra a Los Angeles. Si allena con i galacticos, si intrattiene col direttore sportivo Miguel Pardeza, è entrato nelle grazie di Emilio Butragueno, altra bandiera merengues, ma soprattutto entusiasma i giocatori. Sergio Ramos ammette: «Sappiamo che la sua porta è aperta per qualsiasi consiglio». Gli fa eco Xabi Alonso: «Lo ammiravo da calciatore. Sapere di averlo al mio fianco mi regala nuovo entusiasmo». Casillas, ex compagno di squadra, si spinge ben oltre: «Ci voleva proprio una persona così nel Real. Era un asso sul campo, lo è altrettanto nellindicare i giocatori da comprare».
Mourinho invece si è limitato a dire che «è uno di noi», senza il sorriso sulle labbra. In cuor suo forse ha maledetto il giorno in cui chiese a Perez di permettere a Zidane di sedersi al suo fianco in panchina nelle gare esterne di Champions.
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