Scontro sui soccorsi «lumaca» Ma per Penati nessun ritardo

La ricostruzione di Palazzo Isimbardi: «Squadre arrivate subito, allarme tardivo». L’opposizione: «Fare chiarezza per evitare altre vittime»

Il giorno dopo la tragedia dell’Idroscalo restano i dubbi sulle responsabilità di un incidente, che poteva avere forse altro epilogo. Tragica fatalità o speranze di salvataggio pregiudicate dalla lentezza dei soccorsi?
La Provincia si affretta a chiarire ogni possibile equivoco, a farlo è il presidente Filippo Penati in prima persona. «Non c’è stato alcun ritardo nei soccorsi, le squadre di vigili urbani e successivamente della Protezione civile sono intervenute con la massima urgenza. Semmai, è giunta tardi la richiesta di aiuto da parte della famiglia. La nostra ricostruzione si basa sulle dichiarazioni degli stessi genitori delle vittime». Poi Penati riassume la cronaca della domenica trascorsa dalla famiglia egiziana in riva al lago artificiale, iniziata in allegria e finita tra le lacrime. «Sono le 13 quando arrivano al lido; le 15.15 quando gli adulti si accorgono dell’assenza dei bimbi. Iniziano a cercarli dappertutto, attraversando con lo sguardo la superficie dell’acqua, battendo la riva e anche i boschi sul retro. Nessuno, ripeto, nessuno viene allertato in questa fase». I genitori passano quasi due ore nella disperata ricerca dei cuginetti Hamed e Omar, età 5 e 6 anni. «Soltanto alle 17.07 risulta la chiamata alla colonnina Sos numero 9. A quel punto erano in servizio quattro bagnini. I soccorsi sono scattati immediatamente, purtroppo con l’esito che conosciamo». Penati afferma comunque che «l’apparato di sorveglianza all’Idroscalo è efficiente, negli ultimi tre anni si è verificato un solo caso di annegamento, l’anno passato. Anche gli incidenti e le risse sono in calo. Non siamo in emergenza, ma la morte dei due bimbi ci impegna a valutare se è opportuno potenziarlo con ulteriori misure». A bilancio sarebbe stato inserito un incremento di spesa del 20 per cento per l’area, a fronte del vistoso aumento di visitatori (+25%) al «mare di Milano»: 2 milioni e 250mila bagnanti nella stagione estiva. Il presidente della Provincia ha poi annunciato l’apertura di una «commissione di inchiesta interna» coi vertici dell’assessorato responsabile della struttura, che avrà funzioni di indagine e di studio su futuri progetti di sicurezza.
«Troppo tardi», ribattono in coro i portavoce dell’opposizione a Palazzo Isimbardi. Il chiarimento non serve a placare le polemiche. Bruno Dapei, capogruppo di Forza Italia in consiglio provinciale, si dice «molto sorpreso delle cifre fornite dal presidente, che parla di nuovi fondi che a noi non risultano. Ma quello che conta adesso è accertare eventuali responsabilità e impedire che accadano ancora tragedie simili». Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo di An, Giovanni De Nicola: «Chiediamo che venga istituita una commissione consiliare di inchiesta, con l’apporto però di esperti esterni, nominati in accordo con l’opposizione. Per l’Idroscalo vorremmo un sistema di salvataggio adeguato. Come mai al momento dell’incidente erano presenti solo quattro dei sette bagnini in organico? La giunta Penati si è arrampicata sugli specchi.

Alla gente interessa sapere se la spiaggia è sicura oppure no». Duro il commento di Gianfranco Baldassarre, consigliere comunale di Fi. «Penati tranquillizza a parole, intanto ha appena sfrattato dalla zona persino le pattuglie a cavallo delle Giacche verdi. E senza giusta causa».

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