Scontro sulle nomine

«Allora tanto vale risparmiare i gettoni di presenza». Settimane di scontri, poi il frontale: Gianni Pinio il capogruppo di An, Francesco Bruzzone il capogruppo della Lega Nord e Nicola Abbundo del Gruppo Misto chiedono l’abolizione della commissione Nomine presieduta da Michele Boffa della Margherita. All’urlo di «tanto le nomine le decide la giunta e allora finiamola con questa farsa», hanno chiesto un incontro al presidente del consiglio regionale Mino Ronzitti. Prima c’era stato il caso di Enrico Cimaschi. Doveva entrare al Corerat, il suo curriculum era perfetto. La giunta aveva detto sì, ma la commissione ha storto il naso quando s’è accorta che Cimaschi fa riferimento a Forza Italia. Risultato: la nomina è stata congelata e nessuno ne parla più tranne lui, che ieri ha minacciato di adire le vie legali. «Prima mi offrono di ricoprire un ruolo che non ho chiesto io, poi mi lasciano in forse - lamenta -. Credo dovrebbero invece avere il coraggio delle proprie decisioni. Che mi dicano che è tutto saltato , poi se ne occuperanno le sedi competenti».
L’ultima bagarre è di ieri, con i tre esponenti dell’opposizione che hanno abbandonato l’aula e con un po’ di marasma anche in maggioranza, visto che Tirreno Bianchi dei Comunisti italiani, Giacomo Conti di Rifondazione e Patrizia Muratore dell’Italia dei valori si sono astenuti sulla richiesta della minoranza di rinviare la commissione. Si decideva sulla nomina del rappresentante della Regione nel consiglio di amministrazione dell’Istituto Brignole. Candidato Carlo Bindella, un curriculum che il centrodestra giudica perfetto per un Collegio di revisori dei conti ma assolutamente inadeguato per un incarico delicato come quello nel settore assistenziale. Plinio, Bruzzone e Abbundo hanno chiesto un «supplemento di curriculum», ma la maggioranza ha voluto mettere subito ai voti la nomina. «Così abbiamo abbandonato l’aula e chiesto un incontro a Ronzitti per valutare l’opportunità di conservare una Commissione che si va rivelando sostanzialmente inutile come la Nomine - spiega Plinio -.

Se deve servire esclusivamente per ratificare, a colpi di maggioranza, i candidati designati dalla giunta anche quando sono obiettivamente privi dei requisiti per ricoprire un determinato incarico, allora è meglio abrogarla e risparmiare anche sui gettoni di presenza».

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