Scontro Veltroni-Marrazzo sulle centraline anti-smog

Felice Manti

da Milano

«Soru tax», questa sconosciuta. Mancano poco più di trenta giorni al 1º agosto, giorno di scadenza della tassa sul lusso inventata dal governatore della Sardegna su barche, aerei e case di proprietà di non residenti nell’isola. Ma sono molti, moltissimi i turisti che non sanno di doverla pagare.
L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi dall’associazione di tutela dei consumatori Voglio vivere. «La Regione Sardegna - afferma la presidente dell’associazione Anna Massone - ha predisposto i moduli di conto corrente per pagare l’imposta, ma non ha ancora istituito l’ufficio apposito. Dunque non sa ancora come e quando farli pervenire in tempo utile. È tutto ancora in fase di studio». Il problema per barche e aerei personali, sottolinea la Massone, non si pone: «In questi casi saranno Capitanerie di porto e aeroporti a farsi carico di tassare yacht e velivoli privati che dal 1º giugno al 30 settembre facciano scalo nell’isola, ma per quanto riguarda i proprietari di appartamento, che secondo una nostra stima sono circa diecimila, si brancola nel buio». Secondo la Massone, infatti, la tassa sulle «seconde case» colpirà tutte quelle persone che hanno acquistato una casa in Sardegna ma non sono residenti nell’isola. «Qualcuno si illude che, vivendo in affitto a Milano o a Genova, la casa in Sardegna sia da considerarsi “prima casa”. Ma non è così. Abbiamo ricevuto centinaia di telefonate, il malcontento è enorme».
I turisti che si preparano a sbarcare sulle coste della Sardegna per mettere piede nel loro appartamento, dunque, si preparino alla stangata. La Regione ha già stilato un tariffario: chi è proprietario di una casa in Sardegna e non è residente dovrà pagare una tassa annuale di 15 euro al metro quadro. Si passa dai 900 euro per chi possiede un appartamento fino a 60 metri quadri ai 3mila euro per chi vive, magari pochi giorni l’anno, in una casa dai 151 ai 200 metri quadri. «C’è anche una clausola - precisa la Massone - che prevede un aumento del 20% per gli appartamenti situati fino a 300 metri dalla riva del mare».
Intanto le iniziative contro la «Soru tax» si sono moltiplicate negli ultimi giorni. Dopo l’intervento di alcuni sindaci, che hanno annunciato la volontà di opporsi alla tassa sul lusso per evitare ricadute negative nella stagione turistica, si sono messi in moto anche iniziative legali. E c’è anche chi prova a specularci. È la stessa Massone a denunciarlo: «Abbiamo saputo che alcune associazioni di consumatori stanno chiedendo 100 euro per aderire a un ricorso di illegittimità da presentare alla Commissione europea contro l’imposta voluta dal governatore. Un ricorso che in realtà non dovrebbe costare nulla ai consumatori. Oltre al danno, c’è il pericolo della beffa». Un ricorso in realtà sarebbe già pronto a partire alla volta di Bruxelles. «Abbiamo preso contatto con alcuni sindaci e con esponenti del centrodestra perché sponsorizzino nelle sedi opportune il nostro ricorso a una tassa che va contro i princìpi della nostra Costituzione».
Il governatore Soru continua a difendere la sua tassa.

Ieri, durante la presentazione di una iniziativa della Regione Sardegna a Cagliari, Soru si è soffermato sul tanto contestato tributo: «Oggi, grazie a un preciso inventario sappiamo quali seconde case sono in mano ai residenti e quali no. Credo che l’industria turistica delle seconde case debba contribuire alla crescita e allo sviluppo della nostra regione». La battaglia tra presidente e turisti continua.
felice.manti@ilgiornale.it

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