Chi parte per primo ha già mezza vittoria in tasca. Giuseppe Scopelliti, 43enne sindaco di Reggio Calabria, sapeva della sua candidatura a governatore della Calabria per il Pdl già da qualche mese. Sapeva di essere il candidato «naturale» a guidare una Regione a pezzi dopo la sconcertante amministrazione guidata da Agazio Loiero, costellata di processi, inchieste, arresti e avvisi di garanzia a pioggia e soprattutto decine di fallimenti nelle questioni chiave: sanità, ambiente e trasporti, occupazione. «Sono emergenze che sono pronto a governare», dice. Non è un caso se il premier Silvio Berlusconi, nel complicato risiko delle candidature, aveva «blindato» la Calabria e Scopelliti già nella prima settimana di settembre.
Da allora è partita una ridda di maldicenze, pettegolezzi, accuse - qualcuno ha persino ventilato una raffica di avvisi di garanzia sulla sua amministrazione - per bloccare la già brillante carriera di chi, a nove anni, si nascondeva dietro i fratelli per seguire i comizi di Giorgio Almirante, e che la politica ce lha nel sangue: 8 anni da sindaco (è stato rieletto nel 2007 con il 70% dei voti), due anni da assessore regionale al Lavoro, cinque da presidente del Consiglio regionale dal 95 al 2000. E prima ancora una legislatura tra i banchi del Consiglio comunale da segretario nazionale del Fronte della Gioventù dopo una vita nei parquet di basket nelle serie minori. Scopelliti, dallalto dei suoi 191 centimetri, fa spallucce e sorride mentre stringe le mani dei cittadini nel salone del Comune per gli auguri. «Se ne parla da mesi, non cè niente di vero. Scusi, ma devo incontrare i sindaci del Catanzarese. Non ho tempo per il gossip», sussurra scivolando dietro una porta, prima di tornare a casa dalla moglie Barbara e dalla piccola Greta di 8 anni.
Come sindaco, dopo un anno e mezzo chiuso nel suo ufficio «a studiare come cambiare il volto della città» si è messo al lavoro, seguendo il solco tracciato dal sindaco comunista Italo Falcomatà, prematuramente scomparso nel 2001, e ha portato a termine quella «primavera reggina» di cui oggi raccoglie i frutti: lo status di Città Metropolitana, il rilancio della stagione turistica aperta ormai 10 mesi lanno, la vittoria sul degrado nel centro storico, il Waterfront firmato dallarchitetta irachena Zaha Haidid, la ristrutturazione del Museo nazionale grazie ai fondi dei 150 anni dellUnità dItalia senza far «traslocare» i delicatissimi Bronzi di Riace, ora ospitati dal Consiglio regionale, un avveniristico tapis roulant che collega la periferia nord della città. Oggi è vicepresidente dellAnci con la delega alle Città metropolitane grazie anche alla sua fama da uomo del dialogo che in questi anni gli ha permesso di raccogliere consensi anche a sinistra e tra i giovani. Dopo aver cambiato il volto della città vuole vincere anche la sfida alla Regione. «Oggi per fare il primario serve la tessera del Pd, ecco perché la gente scappa al Nord a farsi curare. Io invece voglio convincere i calabresi a rimanere qui». LUdc è pronto a seguirlo mentre i suoi avversari, Loiero in testa, sono costretti ad aspettare le primarie Pd del 10 gennaio. Quelle finanziate dalla Regione sono saltate («Era uno scandalo, sarebbero costate 2,6 milioni di euro», commenta).
Parlare di federalismo fiscale non è una bestemmia, anzi. Quando a marzo Reggio Calabria divenne Città metropolitana il sindaco Giuseppe Scopelliti era al Senato, tra i ministri leghisti Bossi e Calderoli. «Umberto, ti presento il sindaco più bravo e amato dItalia», disse allora il ministro della Semplificazione al Senatùr, che replicò: «Finalmente col Ponte sullo Stretto uniremo Reggio Calabria e Messina». Qui cè fame di infrastrutture, e Scopelliti lo sa benissimo. Ecco perché in passato non ha risparmiato qualche frecciatina ai vertici dellAnas sullo stato dei lavori della Salerno-Reggio Calabria. «Con Messina, Villa San Giovanni e lhinterland, Reggio avrebbe oltre un milione di abitanti con i quali ragionare di fiscalità di vantaggio, sconti su Irpef e Irap, energia a basso costo e vantaggi economici per chi verrà a investire. In questa cornice autostrada e Ponte sono cruciali».
Lo scetticismo misto a scaramanzia sulla sua candidatura, prima dellufficialità, ora lascia il posto all'entusiasmo.
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