Scoppia la grana sicurezza, poliziotti pronti a scioperare

Il sindacato delle forze dell'ordine avvisa la maggioranza: senza risorse si aprirà una stagione di conflitto. Pacchetto welfare, la Fiom invoca la resa dei conti nella Cgil

Scoppia la grana sicurezza, poliziotti pronti a scioperare

Roma - C’è anche la grana sicurezza a complicare il varo della finanziaria 2008. Il problema è quello dei fondi per le forze dell’ordine e ieri è stato messo in evidenza da Clemente Mastella. Il ministro della Giustizia ha scritto a Romano Prodi e a Tommaso Padoa-Schioppa per chiedere più risorse per legalità e sicurezza e ha richiamato i colleghi di governo al rispetto del programma elettorale. Ma il caso è esploso all’incontro tra l’esecutivo e i rappresentanti sindacali della Polizia. Il sottosegretario Enrico Letta, il viceministro dell’Interno Minniti (in rappresentanza del titolare Giuliano Amato) e il sottosegretario all’Economia Sartor hanno cercato di arginare il malcontento dei sindacati di polizia, forze armate, corpo forestale e polizia penitenziaria. Tentativo fallito. «Siamosicuramente delusi - ha dichiarato Giuseppe Tiani, segretario generale Siap - e se il governo non troverà le risorse, si aprirà una stagione di conflitto».

La distanza tra richieste e disponibilità è considerevole. Gli esponenti dell’esecutivo non hanno voluto entrare nello specifico facendo presagire che si cercherà di finanziare il Patto per la sicurezza siglato da Amato per prevenire il crimine nelle grandi città. Inoltre, si garantiranno più risorse per le famiglie dei caduti in servizio equiparandoli alle vittime di azioni terroristiche. Secondo indiscrezioni, gli stanziamenti attualmente disponibili si attesterebbero attorno ai 150 milioni di euro, ma il governo si starebbe sforzando per raggiungere quota 200.

Con tale somma rimarrebbe scoperto il versante del riordino delle carriere. «Si erano impegnati a trovare i soldi per notturni, festivi e ordine pubblico», ha ricordato Filippo Saltamartini, segretario generale Sap. Il problema è che un intervento su questo fronte ha un costo stimato attorno ai 400 milioni di euro che molto probabilmente Padoa-Schioppa non erogherà né a Mastella, né a Parisi né ad Amato. «Con enorme senso di rispetto verso i sacrifici che il Paese è chiamato a sostenere avevamoindividuato un punto di caduta intorno ai 380 milioni di euro, i 200 che promette il governo e 180 per abbozzare il riordino», ha specificato Giorgio Innocenzi, segretario generale Consap che ha abbandonato il tavolo con il governo preannunciando una mobilitazione sindacale.

Una strada che probabilmente seguiranno anche le altre organizzazioni se Palazzo Chigi non dovesse lanciare un segnale di distensione. Preoccupazioni anche per i tavoli aperti in seno alla Conferenza Stato-Regioni per la riforma dello status giuridico della polizia locale, un indirizzo in potenziale contraddizione con gli obiettivi nazionali. Sul fronte sindacale, scontro dentro la Cgil tra la sinistra interna e la segreteria sul protocollo del welfare.

Giorgio Cremaschi, leader della componente «Rete 28 aprile» ha detto che «se il referendum si svolgesse in condizioni paritarie vincerebbe di sicuro il no».

E ha chiesto che dopo il voto dentro la Cgil si apra «la questione della democrazia sindacale». Parole che hanno fatto infuriare Achille Passoni, segretario confederale della Cgil, sicuro che la posizione di Cremaschi sia «ormai dettata unicamente da una ottica politica esterna a quella sindacale ».

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