Scoppia la rivolta delle due ruote: «Veltroni non fa nulla per le moto»

Centinaia di migliaia di mezzi costretti a circolare senza garanzie di sicurezza. Cutrufo: «Servono anche più parcheggi»

Scoppia la rivolta delle due ruote: «Veltroni non fa nulla per le moto»

Marcello Viaggio

A Roma si spostano più persone in moto che auto. Almeno in centro storico, dove ciclomotori e scooter possono circolare mentre le auto hanno bisogno del permesso. Senza moto, quindi, mezza Roma si fermerebbe. Eppure il Comune non fa niente per le due ruote. Per questo motivo ieri alle 14 il candidato sindaco della Cdl Gianni Alemanno ha partecipato in piazza del Gesù a un incontro di motociclisti organizzato dal senatore della Dc Mauro Cutrufo. All’appuntamento si è presentato un folto stuolo di motociclisti aderenti all’associazione «Roma per due in moto per Roma», che conta un migliaio di iscritti. Tutti alle prese ogni giorno con gravi problemi di viabilità: asfalto sconnesso, buche, mancanza di parcheggi per le moto, normative capestro.
«I motociclisti romani hanno diritto a circolare sulle due ruote con sicurezza - afferma Alemanno -. Se il Comune non si decide a riasfaltare in modo decente la grande viabilità, è perché ha in animo di affidarne la manutenzione a una unica grande società attraverso un mega-appalto pluriennale. È una procedura che i parlamentari della Cdl hanno già denunciato all’Unione Europea, e su cui alcune aziende sono ricorse al Tar». «Se sarò eletto sindaco - prosegue Alemanno - annullerò l’appalto, per suddividere la manutenzione stradale almeno in quattro lotti, e far partecipare più società ai lavori. Dobbiamo evitare un monopolio pericoloso. Lunedì affronterò Veltroni in un faccia a faccia con i vertici dell’Acer (l’associazione costruttori romani, ndr) e denuncerò la cosa».
«A Roma circolano più moto e motorini che in qualsiasi altra città d’Italia, e il loro numero cresce costantemente», afferma il senatore Mauro Cutrufo, vicesegretario nazionale della Dc, indicato da Alemanno come assessore alle attività produttive. Cutrufo, che in città usa abitualmente una Harley-Davidson, anche per recarsi in Parlamento, ha elaborato un programma di proposte concrete a favore delle due ruote. «In primo luogo - spiega - vanno tutelati i possessori di moto euro zero, che da settembre non potranno più circolare ai sensi di una infausta delibera comunale. Occorre in secondo luogo permettere la circolazione dei ciclomotori sulle corsie preferenziali dei taxi. Serve un nuovo piano che preveda più parcheggi in centro per le due ruote, sia utilizzando i cortili condominiali sia costruendo piccoli silos sotterranei. Nuovi parcheggi si possono anche ricavare per le moto nei vecchi edifici bombardati durante la guerra, ad esempio a San Lorenzo, e nelle mura di contenimento del Lungotevere».
Quanto sia urgente trovare una soluzione ai problemi dei centauri romani lo dicono anche i dati. Secondo uno studio dell’Osservatorio sulla Mobilità del Comune di Roma, dai 23 varchi elettronici della Ztl del centro storico transitano in media ogni giorno circa 286mila mezzi di trasporto. 143mila di questi, il 51per cento del totale, sono motorini e moto. Dunque più della metà. Se escludiamo bus, taxi, mezzi delle forze dell’ordine, camion scarico merci, la percentuale sale a circa il 70 per cento. Un paio d’anni fa l’assessore capitolino alla mobilità, Di Carlo, aveva progettato alcuni interventi a favore dei centauri: la messa in sicurezza delle vie più pericolose, come le rampe di accesso alla Tangenziale Est e via Castrense; la creazione di corsie preferenziali per le due ruote; la realizzazione in centro di parcheggi biuso: gratis dalle 8 alle 19 per le moto, a pagamento la sera per le auto.

In concreto, di questi piani non se ne è fatto nulla. «Il Comune è rimasto a guardare - accusa Gianni De Ritis, presidente dell’associazione “Roma per due in moto per Roma” -. Ha letteralmente abbandonato a sé stessa la categoria dei motociclisti».

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