Fabrizio Boschi
Firenze - Un ladro è entrato nella sua villa per rubare e lui gli ha sparato, uccidendolo. Questa volta non siamo nel Trevigiano e nemmeno nel Bergamasco, ma nella tranquilla campagna toscana, a Fucecchio, 45 chilometri da Firenze. Un comune che negli ultimi tempi sta risalendo velocemente la classifica nera delle rapine in villa. Quelle che da tempo sconvolgono il Nord Italia. L'altra notte una di queste è finita nel sangue. Loci Prenge, quarantenne, probabilmente un albanese irregolare, un curriculum colmo di precedenti per furti e rapine in tutto il nord del Paese, è morto sotto i colpi di Simone Barontini, 47 anni, stimato imprenditore nel settore conciario.
Il proprietario della villa, circondata da 16 ettari di terreno, completamente isolata in mezzo a un bosco in località Galleno, e senza allarme, si è svegliato intorno alle 4 di notte, sentendo scricchiolare il parquet. Un colpo d’aria l'ha raggiunto al volto, mentre si trovava a letto insieme alla sua compagna, al primo piano della villa. Ha acceso la luce della stanza e si è trovato davanti il malvivente. Un uomo vestito con una felpa, i pantaloni raccolti dentro i calzini, guanti da giardinaggio e senza scarpe ai piedi. Preso dal panico, l’imprenditore ha afferrato la sua pistola, una 357 Magnum regolarmente detenuta, che nascondeva sotto il materasso. È scoppiata una breve colluttazione nella quale l’imprenditore ha riportato alcuni graffi alle braccia. Poi ha impugnato l'arma e ha sparato il primo colpo che si è conficcato nel muro vicino alla porta d’ingresso della camera. Il ladro ha quindi tentato la fuga scendendo la scala che porta verso l’ingresso principale della casa. Barontini non lo ha rincorso, ma ha iniziato a sparare altri colpi dalla soglia della propria camera in direzione delle scale, praticamente alla cieca e al buio, temendo che ci fossero altri complici.
Quando ha acceso la luce si è accorto di aver colpito il delinquente, riverso per terra in fondo alla scala in una pozza di sangue. Barontini ha sparato tutti i sei colpi della pistola, tre dei quali hanno raggiunto l'albanese a una spalla e alla schiena. A quel punto, l’imprenditore, sconvolto, ha avvertito il cognato che dormiva nell’ala opposta della villa con la moglie. Insieme hanno chiamato il 118 e i carabinieri.
Gli inquirenti ipotizzano che il ladro non fosse solo. Dopo aver rovistato al piano terra della casa, l’albanese aveva già preso una valigetta, gettata fuori da una finestra della cucina insieme alle chiavi di una Mercedes. Nella valigetta c’era un portafoglio, che non è stato più trovato: potrebbe, infatti, averlo preso un complice. All’esterno sono state ritrovate anche le scarpe del bandito morto. Tutto è avvenuto sotto gli occhi atterriti della compagna dell’uomo, che poi ha confermato ai carabinieri il racconto fatto dallo stesso Barontini.
«Sono sconvolto, mi dispiace moltissimo per quello che è successo, ma aspetto serenamente l’esito delle indagini», ha detto l’imprenditore fucecchiese indagato a piede libero per omicidio volontario.
«In attesa di compiere tutti gli accertamenti del caso, è un fatto tecnico che si parta dall’accusa più grave per poi eventualmente passare a ipotesi come l’eccesso colposo nella legittima difesa o la legittima difesa putativa, cioè erroneamente presupposta», ha dichiarato il procuratore capo facente funzione di Firenze, Francesco Fleury.
Tra gli elementi «importanti» da tenere presenti, secondo il procuratore, il fatto che tutto sia avvenuto all’interno della villa, e non all’esterno.Non è la prima volta che i ladri entrano nell'abitazione di Barontini, che aveva subito un altro furto nell’aprile del 2002, nel quale era sparita una pistola regolarmente denunciata.
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