Come è accaduto per molti altri luoghi sacri in tutta Italia, al suo posto ora sorge una caserma. Ma nell'area della Garibaldi, dietro la basilica di Sant'Ambrogio, verso la metà del 1200 s'iniziò a costruire una nuova chiesa, da riunire ad una basilica paleocristiana intitolata ai Santi Nabore e Felice. Questa nuova chiesa, che avrebbe preso il nome di San Francesco Grande e sarebbe divenuta una delle più importanti di Milano, seconda soltanto al Duomo, oggi non esiste più. L'avevano eretta proprio i francescani, giunti da poco in città, cui l'area era stata assegnata da papa Alessandro VI. Nei tre secoli successivi si aggiunsero cappelle gentilizie, ambitissime, in cui vennero ospitate le tombe dei personaggi milanesi più in vista, le cui gesta sono state ricordate nelle opere più importanti della letteratura italiana: Bonvesin de la Riva, la vedova di Galeazzo I Visconti Beatrice di Obizzo d'Este, i Corio, i figli di Napo Torriani. Persino Francesco Bussone, conte di Carmagnola, dopo una sepoltura provvisoria a Venezia, venne tumulato in una delle cappelle di San Francesco. Una storia straordinaria, cui va aggiunta un'altra perla: era sempre tra le mura di San Francesco, nella cappella dell'Immacolata Concezione, che si conservava la «Vergine delle Rocce» di Leonardo Da Vinci. E pare che sempre di Leonardo fossero due delle ante d'organo. E sempre nella chiesa trovavano posto tavole di Zenale, Luini, dei Procaccini, dei Fiamminghini, le reliquie di San Barnaba, San Gervaso, San Protaso, San Felice. Una storia straordinaria di cui rimangono solo poche tracce: a Palazzo Borromeo all'Isola Bella e in un reliquiario preziosissimo, oggi conservato in Sant'Ambrogio. Eppure questa è una sola delle straordinarie storie raccontate in una guida appena pubblicata per celebrare gli 800 anni della Regola francescana: «San Francesco a Milano: guida ai luoghi francescani della città» (Edizioni Biblioteca Francescana), a cura di Rosa Giorgi e di fra Paolo Canali. Come ben si sottolinea nella prefazione, forse una guida alla città di Milano non è una novità, ma certo le notizie storiche che qui sono state riunite - con grande passione e ricchezza di dettagli, oltre che di fotografie e di una utilissima cartina - possono avere tutto il sapore della scoperta anche per i milanesi doc. Vengono infatti rintracciati i segni della parabola, e sono moltissimi e tutti di grande valore, che uniscono Milano alla Regola di San Francesco, soprattutto attraverso le testimonianze architettoniche. Si costruisce così, pagina dopo pagina, un vero e proprio percorso turistico-culturale - genere di spunti di cui la città ha grande bisogno, non solo in vista dell'Expo, ma anche per recuperare un'identità che spesso sembra sciogliersi tra fashion ed happy hour - che permette di attraversare a piedi, guida in tasca alcune zone di Milano intorno alla cerchia dei Navigli, tra i Navigli e i Bastioni e oltre. Alla ricerca di chiese che credevamo di conoscere, ma in cui non ci eravamo mai soffermati a cercare i tipi iconografici e architettonici riferiti all'immagine di San Francesco, come invece siamo abituati a fare nelle visite turistiche ad Assisi e nel centro d'Italia, che evocano una presenza dei frati in città ininterrotta appunto per otto secoli.
Tra le storie che più ci hanno incantato, quella di San Bernardino alle Monache, chiesetta che si trova proprio accanto al liceo classico Manzoni, originata nell'anno 1290 dal culto di Floriana, nobildonna della famiglia Crivelli, per Santa Maria di Cantalupo, luogo in nome del quale fondò una comunità religiosa di monache in abito bianco da umiliate, che seguivano la rigida regola agostiniana e che furono incaricate di riportare ordine e purezza di costumi in molte comunità religiose milanesi. Quella di Santa Maria della Pace, edificata nel 1466 da un nobile portoghese, da Silva, che ebbe una vita degna delle avventure dei più grandi santi medievali, tra Africa, Spagna e Francia.
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