La storia è tutta in uno sguardo. Il romanzo dellinnocenza, del ragazzo che cresce e diventa adolescente, adulto, anziano, vive, soffre, ama, ride, piange, muore è scritto nelle mille ramificazioni delliride, nel colore pieno della sua pupilla, nel bianco che a volte è un po arrossato e ti lascia indifeso, scoperto. È una storia che si legge con difficoltà, dicono gli scienziati: per farlo dei ricercatori danesi sono dovuti ricorrere a una tecnica sofisticata, quella del carbonio 14. Così hanno scoperto che, negli occhi, cè limpronta anagrafica: lanno preciso in cui sei nato si vede da lì.
Il carbonio 14 è un isotopo, una variazione del carbonio che serve agli storici e ai naturalisti per datare i resti fossili. Come i dinosauri, i primi rettili, i mitici anfibi. Poi ci sono gli occhi. Anche lì cè un cammino, non lungo come quello della Terra, non imponente come quello della natura, ma inquieto e tortuoso. La traccia rimane, indelebile, nelle lenti cristalline: nascono quando nasce la persona e, se le misuri con lisotopo, scopri quanti anni hanno. Gli scienziati delluniversità di Copenaghen hanno fatto la prova: hanno azzeccato letà di tredici persone su tredici.
I danesi pensano a unapplicazione nella medicina forense. Niente di romantico. Hanno misurato quello che limmaginazione scorge da sempre: quando gli occhi scrutano quelli dellaltro ci leggono di tutto. Presente, passato, futuro. Sono le mani del volto, con i loro segni del tempo. Sono il dito indice, con le venature, le creste e le valli che sono solo sue e ti faranno riconoscere per sempre. Sono il Dna di un racconto già vissuto: nellocchio è scritto lanno di nascita di una persona e, anche, tutto quello che è successo in mezzo.
Altri scienziati, australiani, qualche mese fa hanno scoperto che nei minuscoli vasi sanguigni dellocchio è tracciato il destino del cuore: il sangue nello sguardo di un bambino può dire se, da adulto, soffrirà di diabete, obesità o altre malattie cardiovascolari. Che liride sia una mappa del corpo lo credevano già i cinesi secoli fa e, oggi, i seguaci delliridologia. Ci crede chi, nellocchio, è sicuro di intuire altro. Forse tutto, il nascosto. O sé stesso: lidentità che si rivela nello sguardo dellaltro, come diceva Merleau-Ponty.
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