«Scopriremo se è colpa dell’uomo»

«La madre di tutte le inchieste». Così il procuratore capo dell’Aquila Alfredo Rossini (nella foto) sull’inchiesta sulle morti causate dai crolli degli edifici durante il terremoto. «Vogliamo capire - sottolinea - se dietro le morti c’è solo il terremoto o la mano dell’uomo. Vogliamo capire perché sono crollati palazzi che non dovevano crollare». E quindi se «sono stati usati materiali scadenti, se si è speculato sul cemento, se ci sono state cattive progettazioni». Primo passo dell’inchiesta la creazione di un team di esperti per i primi rilievi: ingegneri per analizzare le strutture, geologi per analizzare il terreno, chimici per individuare eventuali anomalie dei materiali utilizzati. Gli scienziati saranno coadiuvati dalla polizia, che acquisirà tutta la documentazione sulla «storia» degli edifici crollati, dalla progettazione ai materiali, dalla gara per l’assegnazione dei lavori ai subappalti. La Procura si concentrerà inizialmente sugli edifici pubblici che sono crollati o hanno subito lesioni tali da essere evacuati: la prefettura, ma anche l’ospedale e il tribunale. Nei prossimi giorni i magistrati ascolteranno anche i sopravvissuti ai crolli per capire se avessero segnalato ai proprietari degli stabili crepe nei muri o distacchi di intonaci dovuti allo sciame sismico che da mesi sta interessando L’Aquila.

Un filone laterale di inchiesta riguarda la ricostruzione, una partita che porterà all’Aquila milioni di euro e su cui potrebbe concentrarsi l’attenzione delle mafie. «L’esperienza del passato per le ricostruzioni del dopo terremoto nell’Irpinia - dice il procuratore nazionale Pietro Grasso - ci serve da esperienza per valutare e prevenire quello che può accadere in Abruzzo».

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