Le finestre che tremano, gli oggetti che si muovono. È il segnale che la «gente del cratere» ha imparato a conoscere. Il segnale che ha provocato il panico allAquila ieri pomeriggio - a quasi sei mesi dal sisma di aprile - quando una scossa di magnitudo 4.1, alle 18.15, ha interessato il distretto sismico del Gran Sasso.
Secondo quanto rilevato dallIngv, lIstituto nazionale di geofisica e vulcanologia, la scossa ha avuto epicentro nei Comuni di Pizzoli, Barete e Capitignano, Cagnano Amiterno e la stessa LAquila. Ed è stata avvertita distintamente anche in alcune zone delle Marche.
Erano alcune settimane che le scosse, di lieve intensità, venivano percepite quasi solo dai sismografi. Invece, ieri sono stati in molti, nel capoluogo e nei paesi limitrofi, a scappare da casa. Spavento anche in zone distanti dallepicentro, nella frazione aquilana di Onna e a Castelnuovo, frazione di San Pio delle Camere. In massa sono usciti anche da centri commerciali, locali pubblici, chiese, dove le funzioni religiose sono state interrotte per essere riprese poco dopo. Paura in differita anche su Internet: su Facebook e altri social network in pochi minuti centinaia i messaggi lasciati da testimoni diretti.
«Non si tratta di un evento legato alla sequenza in atto nella zona dei Monti Reatini - osservano i sismologi dellIngv - e non è escluso che questo sisma possa innescare altri eventi nelle prossime ore».
E cè chi invita alla prudenza. «Nel distretto del Gran Sasso - ha detto allAnsa il geologo Antonio Moretti - non cè da aspettarsi un terremoto di intensità particolare, ma io, se fossi al posto degli abitanti dei Comuni a ridosso dellepicentro, non ci tornerei a dormire questa notte, perché è possibile che si verifichi un altro fenomeno in grado di raggiungere intensità 5».
«Non siamo stati sorpresi da questa scossa: ce ne aspettiamo ancora. In Irpinia continuarono per un anno e mezzo».
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