Dopo la lite di tre anni fa con Visco e Padoa-Schioppa, Roberto Speciale, ha messo le stellette in naftalina ed è diventato deputato pdl. Ricorderete la storia di quando era Comandante generale della GdF. Il viceministro Visco gli chiese di spostare alcuni ufficiali che non gli stavano bene a Milano. Speciale rifiutò non vedendoci chiaro. Intervenne il sodale di Visco, il ministro Padoa-Schioppa, che lo defenestrò dal Comando. Ma Speciale, essendo di coccio (testardo in trasteverino), ricorse al Tar che gli restituì la carica. Vinta la partita, il generale fece lo splendido: rifiutò la reintegrazione e si dimise spontaneamente. Spedì però le dimissioni a Napolitano e non, secondo prassi, a Padoa-Schioppa e Visco. Quei due, li aveva ormai cancellati dal suo orizzonte.
«Se oggi è a Montecitorio lo deve però a loro. Un po' di gratitudine non guasterebbe», dico a Speciale che mi riceve abbronzato nel suo studio di onorevole in camicia azzurra da crocierista con le maniche arrotolate.
«Sono grato a quei due nel senso che la mia rabbia contro di loro era tale che ho colto al balzo loccasione. Da deputato volevo lavorare perché non accadesse ad altri più ciò che era successo a me».
«E che ha fatto?».
«Interventi e proposte per la netta separazione tra potere politico e quello gestionale dei Corpi armati dello Stato», dice sorridente e felice del suo nuovo ruolo di rappresentante del popolo. Nella stanza restano però tracce del passato guerriero. Ha un dipinto con armi stilizzate, uno con una carica a cavallo, un terzo con unaquila come quella dei gagliardetti ma gigantesca. Sullo scrittoio tiene a portata di mano un tagliacarte simile a una baionetta. Ogni tanto lo afferra, poi lo ripone e scruta lintervistatore. Un «regolati», in linguaggio militare.
«Contento che Visco non sia più deputato o preferiva incrociarlo in Transatlantico per fulminarlo con gli occhi?», domando suscitandogli una risata che scuote la catenina doro che porta al collo. Forse uno scapolare dato che è devoto di Padre Pio di cui ha unimmaginetta sullo scrittoio.
«Anche se non sono animato da spirito di vendetta, per le mie coronarie è stato meglio non vedere quel signore».
«Nostalgia per le stellette?».
«Mentirei se dicessi di non averla dopo 47 anni di vita militare. Ma per mia filosofia, la stagione chiusa è alle spalle».
«Cosa lha colpita del Parlamento?».
«Il primo giorno mi sono profondamente emozionato. La maestà dellemiciclo mi ha impressionato. Devo però dire che il modo di lavorare mi ha deluso. Da militare ho essenzialmente agito. I ritmi parlamentari sono invece lentissimi, quasi liturgici».
«La mediazione politica è lenta».
«Esageratamente, a causa dei regolamenti. Studiati forse per la mediazione, si traducono in vere perdite di tempo. Per dimezzarle, basterebbe che le decisioni di media importanza fossero prese direttamente dalle commissioni in sede legislativa. Invece, passa tutto per laula».
Parlando il più amabilmente possibile, con un occhio al tagliacarte-baionetta, scopro che la vita del mio interlocutore è stata decisa dai suoi no. Quello opposto a Visco lha portato in Parlamento. Un altro, indietro nel tempo, lha condotto nellesercito.
Speciale, 66 anni compiuti in marzo, è di Pietraperzia sulle alture di Enna che, con i suoi mille metri di altezza, è il più alto capoluogo dItalia. Aveva dieci anni quando arrivò in paese una troupe della Rai. «Era guidata da Enzo Tortora che cercava nuovi talenti radiofonici. Io cantai in piazza una canzoncina facendo bella figura. Tortora, che mi avrebbe scritturato volentieri, chiese davanti a tutti: Bravo Robertino, che vuoi fare da grande?. Si aspettava dicessi: Il cantante Invece risposi: Il generale. Rifiutavo la proposta, vaticinando il mio futuro. Al mio paese se ne parla ancora».
«Lei è un trilaureato: Strategia, Scienze umanistiche, Economia. È il Pico della Mirandola di Pietrapezia?».
«Le prime due lauree me lo sono guadagnate col sudore della fronte. Ero un quasi secchione. Laltra me lha data ad honorem luniversità Federico II di Napoli».
«Per Scienze umanistiche si intende Lettere?».
«Filosofia scolastica allUniversità agostiniana di Roma».
«Cattolicone?».
«Convittore del più antico collegio salesiano della Sicilia, il Liceo classico di Randazzo. Onore e gloria ai salesiani per la preparazione che mi hanno dato. Parlavo correntemente greco e latino, traducevo senza vocabolario. Mi hanno insegnato la disciplina e sono diventato ammiratore illimitato delle regole. Passare dai salesiani alla vita militare è stato un tuttuno».
«Mentre vigilava che gli italiani pagassero le tasse, pensava mai che sono dei tartassati?».
«Indiscutibile verità. Paghiamo molto al di là della media europea. Ma le regole, come detto, sono regole», dice e aggiunge: «Permette?» e si accende a metà mattina un sigaro toscano.
«Durante la bufera di tre anni fa, si è mai detto ingrata patria non avrai le mie ossa?».
«La Patria non è mai in discussione. Darei la vita. Nella lettera di dimissioni a Napolitano scrissi: Non intendo più collaborare con questo governo (Prodi, ndr). Mi riferivo a un gruppo di uomini, mai allItalia. Diventando militare ho giurato fedeltà alla Patria e Roberto Speciale non verrà mai meno alla parola data», dice e impugna il tagliacarte nel caso dubitassi.
Da esperto di indagini, cosa pensa di questi bisbigliar di golpe?
«Ai golpe non ho mai creduto. Se ne parla con leggerezza. Resta che in Italia il rito democratico si esaurisce con le elezioni. Noi pur avendo vinto bene, non riusciamo a governare, perché gli altri non ce lo lasciano fare».
Esasperante.
«Siamo caduti tanto in basso che viene limpeto di abbandonare la partita, lasciando campo libero a chi semina zizzania. Ma siccome sono uomo di lotta per la verità, limpeto così come viene, lo ricaccio. E mi ributto a capofitto nella battaglia».
DAlema prevede una «scossa», forse Bari. Lei ne sa di più?
«Ho una mia idea. Il presidente DAlema della Puglia sa, ovviamente, tutto. Ovviamente, ha amici tra i magistrati. Ma se la scossa è solo gossip, è meno di un grado Richter e sarà riassorbita senza danni. Allora, se posso dirlo... ».
Deve.
«La scossa che temo è la sentenza della Consulta che potrebbe dichiarare nullo il Lodo Alfano sulla sospensione dei processi alle alte cariche».
Se succede, le toghe militanti assaliranno il Cav.
«Elementare, Watson».
Lei, come il Cav con i voli di Stato, è accusato di uso improprio degli aerei della GdF.
«Un trappolone. Il processo è in corso davanti alla magistratura militare e ho massima fiducia nei giudici. Verrà fuori che ho sempre esercitato il comando nellinteresse del personale a me sottoposto».
Compreso il carico di pesce da Pratica di Mare a Bolzano?
«Laereo veniva per prendermi. Il pesce era quello da me promesso per festeggiare il personale della Scuola GdF di Predazzo. Il pesce è arrivato e io sono partito».
In fatto di intrighi il mondo militare se la batte con quello politico?
«Tutto il mondo è paese. Ma tra i militari il livello è minore. Sono fondamentalmente sani».
Lei è integerrimo?
«Sono fedele ai principi che regolano la vita della nostra Patria e ai valori perenni che discendono dal mio essere profondamente cattolico».
Il Cav i guai se li cerca con i festini notturni, ecc?
«Sono certo non ci siano risvolti riprovevoli. Ma una cosa è sicura: nella palude in cui viviamo bisogna essere prudenti. Io, la sera, guardo un film in tv. Si può passare piacevolmente la serata anche così».
Per DAlema è la destra che complotta contro il Cav.
«Penso, con Bonaiuti, che DAlema abbia avuto un colpo di sole».
Per Maroni cè un legame tra profezie dalemiane e risveglio dello Br.
«Collegamento ardito. Lerrore sta nel fatto che la sinistra estrema non ha rappresentanza parlamentare».
Chi le ha offerto il seggio?
«Sono stato designato in diretta sul Tg4 da Berlusconi. Disse: Abbiamo candidato Speciale, Fiamma Nirenstein e fece un paio di altri nomi. Non ne sapevo nulla».
Lei è amico del versipelle Gianfranco Fini. Condivide la sua «metànoia»?
«Fini svolge a meraviglia lincarico super partes. Le sue parole tendono a conciliare le diverse teste che ci sono in aula».
Lamicizia con Gheddafi vale gli insulti del ras allItalia?
«Gli accordi sullimmigrazione clandestina dànno frutti. A un buon cliente si può perdonare qualche atteggiamento discutibile».
Il Cav è in declino come dice il solito DAlema?
«Berlusconi è il capo unico e indiscusso del centrodestra ed esercita nel Paese tutto il carisma di cui madre natura lo ha dotato».
Franceschini?
«Ottima persona. Ma nel passare da eterno secondo a momentaneamente primo si è montato la testa».
Lei è uomo dordine. Tale si proclama anche Totò Di Pietro.
«Finché entrambi ci battiamo per le regole, ci somigliamo. Laffinità cessa quando laltro applica invece le regole pro domo sua. Col massimo rispetto».
Lerrore che non rifarebbe?
«Non ho rimpianti, solo bellissimi ricordi. Altrettanto mi aspetto dal futuro».
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