Cultura e Spettacoli

Scrittori che leggono sotto l’ombrellone

Grammatiche ungheresi, classici e inediti: ecco cosa piace ai professionisti della penna. C'è chi riscopre L'ipocrita felice, chi si dà ai gialli e chi si ispira con i saggi sulle aziende

Milano - Anche tra gli scrittori c’è chi, pur andando in ferie, rimane a casa. Ragion di più per dedicarsi alla lettura. Magari con la mente sgombra da motivi di lavoro, scomodi paragoni, pregiudizi professionali. È il caso di Massimo Lolli, dirigente aziendale e autore del romanzo Il lunedì arriva sempre di domenica pomeriggio: niente spostamenti nello spazio, ma voli della mente sulle ali di qualche libro. Il primo sarà Estensione del dominio della manipolazione (Mondadori) di Michela Marzano, una studiosa di origine italiana emigrata in Francia che riprende il titolo di un romanzo di Michel Houellebecq, Estensione del dominio della lotta. Il tema del libro è come l’azienda manipoli la vita, ma Lolli lo leggerà perché, dice, «sento che non ha del tutto ragione». E sempre in tema di lotta, si dedicherà al Manuale universale di combattimento (Edizioni Mediterranee), il cui autore, Steven Pearlman, ha pensato di ricercarne i princìpi comuni nella speranza di non dover più soccombere a ogni singolo avversario.

«Leggo solo ciò che mi è utile per la scrittura», sostiene invece Camilla Baresani, che sta lavorando a un romanzo in uscita il prossimo anno per Bompiani: «I Racconti di Bernard Malamud e Lontano di Goffredo Parise. Lo so, è un po’ una sciagura, ma è così. Le belle frasi mi ispirano belle frasi, soprattutto quando mi sento bloccata».

La sua direttrice editoriale, Elisabetta Sgarbi, che pure di tanto in tanto scrive (aforismi, sceneggiature di film indipendenti e così via), ha un unico libro per le vacanze, che rilegge ogni anno: L’ipocrita felice, di Max Beerbohm, scrittore inglese tanto affascinato da Oscar Wilde da tentare di parodiarne lo stile e il linguaggio, in un romanzo che è stato rappresentato anche a teatro, ma che da tempo non è ristampato. «Per il resto - aggiunge Sgarbi - leggo i libri che pubblicherò per la Bompiani nell’autunno inoltrato. Mi piaccia o no».
Qualcuno che invece si gode la vacanza come tempo di letture in totale libertà è Tullio Avoledo (autore di vari romanzi, da L’elenco telefonico di Atlantide al recente L’ultimo giorno felice). «Leggerò Suck! di Christopher Moore (Elliot), uno scrittore americano dalla vita movimentata di cui seguo il lavoro da qualche anno. Poi affronterò Gli anni dello sterminio di Saul Friedländer (Garzanti), un saggio che ricostruisce il massacro degli ebrei da parte dei nazisti. Seguiranno parecchi romanzi che “da ombrellone”, come Il fuoco di Katherine Neville (Mondadori), un thriller costruito su una vicenda che si dipana nei secoli, dai contorni esoterici. E poi qualcosa di completamente diverso: Il dito nella piaga (Einaudi), un lavoro di Glenn Most sulle storie dell’apostolo Tommaso».

A proposito di Tommaso, lo scrittore e studioso dei costumi Tommaso Labranca ha elaborato nel tempo una curiosa tradizione vacanziera: ogni anno legge una grammatica di una lingua straniera, senza trascurare le più astruse. «Le leggo però come se fossero romanzi. La mia non è un’attività di studio, ma piuttosto di diletto», spiega. L’anno scorso la lingua era l’islandese («la radice delle lingue anglosassoni»), quest’anno tocca all’ungherese («che serve se si vuole davvero capire la Mitteleuropa, per quanto sia una lingua davvero strana, di ceppo ugro-finnico»).

Paola Calvetti, che ha di recente pubblicato con Mondadori Noi due come un romanzo, ha già pronta una pila di letture alta così. Eclettica, a quanto pare. Si va dal massiccio Il transito di Venere dell’australiana Shirley Hazzard, alla nuova edizione di Principianti di Raymond Carver, racconti che molti hanno letto nella versione sforbiciata da Gordon Lish. «Finalmente riuscirò a leggere Le correzioni di Jonathan Franzen», aggiunge Calvetti. Che, fedele alla narrativa anglofona, non si farà mancare neppure la raccolta dei racconti inediti di Jay McInerney, L’ultimo scapolo (Bompiani).

«Senza contare tanti altri volumi, che ho già accumulato, anche grazie a vari sconti e agevolazioni di stagione, e di cui non ricordo nemmeno i titoli».

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