Politica

«Scrutinio elettronico bruciato dalle irregolarità»

Tajani: «La proclamazione dei senatori non cambia nulla». Anche Tremaglia dai Pm

Francesco Cramer

da Milano

Il padre dello scrutinio elettronico, il ministro per l’Innovazione e le tecnologie Lucio Stanca, neoeletto senatore, tira le somme sull’esperimento: «È andato male. In molti casi non è stata rispettata la legge».
Ministro, sul conteggio informatico del voto ha rilevato molte irregolarità ai seggi?
«Parecchie: nelle 12.756 sezioni di Liguria, Lazio, Puglia e Sardegna, regioni coinvolte nella rilevazione informatizzata, in 5.738 sezioni per la Camera e 6.623 per il Senato non c’è stata l’attestazione di conformità da parte dei presidenti di seggio».
Che tipo di violazione si è verificata?
«La legge dice che per lo spoglio le schede devono essere estratte dall’urna, lette una per una, registrate su carta. E gli operatori informatici presenti ai seggi dovevano annotare sul computer i risultati scheda per scheda. Così non è stato: in molti casi sul pc si è solo riportato l’esito totale. Si è fatta la cosiddetta "tecnica del mucchietto"».
Il che non vuol dire che il risultato finale di quel seggio sia scorretto...
«No, ma si è violata la legge e in quei casi s’è reso inutile l’utilizzo dei computer».
Negli altri casi si sono verificate discrepanze tra il risultato cartaceo e quello informatizzato?
«Sì, in 1.600 sezioni alla Camera e 2.500 al Senato. Ma lo scarto è stato minimo: entro i cinque voti, talvolta a favore della Casa delle libertà, talvolta a favore dell’Unione. E comunque, in caso di difformità, è valso il cartaceo come prevede la legge».
Quindi l’esperimento è stato inutile?
«Non del tutto. Almeno i pc utilizzati resteranno in dotazione alle scuole, a costo zero. Aspettiamo tra qualche giorno, poi, la relazione della commissione formata da prefetti, rappresentanti di maggioranza e opposizione, incaricata di seguire tutte le operazioni. Un organismo bipartisan che già in passato si era espresso a favore dell’elettronico».
Due giorni fa ha incontrato il premier a Palazzo Grazioli. Che strategia avete concordato sul voto?
«Quella della trasparenza. La Cassazione ha solo ufficializzato il responso delle urne, ma con uno scarto di 24.755 voti tra Polo e Unione, pari al 6 per mille. È nell’interesse di tutti togliere ogni dubbio».
Farete ricorso alla giunta per le elezioni di Camera e Senato. Quali sono i tempi?
«La Cassazione s’è espressa solo sulle schede contestate, non su quelle nulle. Quest’ultime sono circa un milione e vanno riaperte per fugare ogni ragionevole dubbio. Solo che spetta alla nuova maggioranza parlamentare non indugiare troppo. Più aspetta, più agli occhi degli italiani risulterà sospetto e perderà legittimazione. Dipende da loro. Però ricordo il caso di quei due deputati cui vennero riconosciuti i loro diritti dopo quattro anni e mezzo...

».

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