ROMA - «Confermiamo la più assoluta e sostanziale collaborazione delle banche per contribuire  alla buona riuscita dello scudo fiscale nell'interesse del Paese, dell'amministrazione  finanziaria e dei contribuenti che sono la nostra ricchezza più importante». Lo ha detto il  presidente dell'Associazione bancaria italiana (Abi), Corrado Faissola, intervenendo al convegno  della Guardia di Finanza «Il destino dei paradisi fiscali».
 «Solo il sistema italiano - ha detto Faissola - fa affidamento sugli intermediari finanziari per  veicolare le richieste presentate dai contribuenti interessati. Questa è sicuramente una marcia  in più della normativa italiana». Anche nella mera regolarizzazione la banca non si limita  infatti alla pura e semplice ricezione di una domanda ed al pagamento per conto del cliente  dell'imposta straordinaria dovuta quale prezzo dello scudo. Perfino nella situazione più  semplice, ipotizzando l'assenza di una qualsivoglia opera di assistenza nei confronti del  cliente, la banca è tenuta a sottoscrivere la copia della dichiarazione riservata, con i  conseguenti profili di responsabilità. 
 «Nell'ipotesi del rimpatrio - ha concluso il presidente - i compiti della banca sono ancora più  articolati e complessi, anche in ragione della garanzia di riservatezza che la norma assicura  alle disponibilità riportate in Italia».
Scudo fiscale: Faissola (Abi) promette che le banche collaboreranno
Il presidente dell'Associazione bancaria sottolinea che il coinvolgimenti degli istituti di credito rappresenta «una marcia in più» per l'operazione di rimpatrio dei capitali.
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